La scuola cattolica deve “indicare il Cristo presente nel nostro tempo”

Il Cardinale Grocholewski al termine del congresso europeo sull’insegnamento cattolico

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ROMA, mercoledì, 3 dicembre 2008 (ZENIT.org).- La missione fondamentale della scuola cattolica, come quella delle altre istituzioni collegate alla Chiesa, è “indicare il Cristo presente nel nostro tempo”.

Lo ha affermato il Cardinale Zenon Grocholewski, prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica, durante l’omelia della Messa celebrata al termine del congresso sulla scuola cattolica in Europa, svoltosi in questi giorni a Roma.

Secondo il porporato, “questo è il compito di ogni credente, la missione della Chiesa, il compito di ogni istituzione educativa cattolica: indicare il Cristo presente nel nostro tempo e nella nostra storia”.

Raccogliendo la preoccupazione del Congresso per l’avanzata della secolarizzazione nel continente europeo, il Cardinale ha sottolineato questa missione visto che “le nostre istituzioni scolastiche cattoliche sono spesso oggi l’unico luogo dove molti possono sentir parlare di Cristo, dove possono incontrarlo nella cultura, nell’arte, nella letteratura, in quello che di bello, di grande il Suo messaggio, il Vangelo, ha prodotto in Europa”.

Per questo, ha aggiunto, “la scuola e l’educazione cattolica devono parlare di Cristo, perché anche loro possano sentire il bisogno di incontrarlo”.

Nello stesso senso, Ferec Yanka, vicesegretario del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE), una delle entità organizzatrici del congresso, ha spiegato alla “Radio Vaticana” che la scuola cattolica deve “affrontare il relativismo”.

“Oggi, vediamo la cultura della morte, della solitudine, della disperazione – ha constatato –. In questo contesto, le scuole cattoliche dovrebbero essere testimoni della vita, della difesa della vita, della difesa della persona umana, dall’inizio fino alla morte naturale”.

In questo cammino, ha aggiunto Yanka, “si scoprono nuovi orizzonti della realtà, un dialogo culturale, anzi interculturale, tra il mondo della cultura, della scienza e della fede”.

Insegnare religione in Europa

Durante il congresso, è stata affrontata anche la questione dell’insegnamento della religione, sulla quale è stato presentato un rapporto che analizza la situazione in tutti i Paesi europei.

Il Rapporto sullo stato dell’insegnamento della Religione Cattolica in Europa è stato presentato da Etienne Verhack, segretario generale del Comitato Europeo per l’Insegnamento Cattolico (CEEC), ed è stato realizzato con la collaborazione delle 35 Conferenze Episcopali europee.

Secondo quanto ha reso noto all’emittente pontificia uno dei responsabili del rapporto, Alberto Campoleoni, esperto in insegnamento della Conferenza Episcopale Italiana, praticamente in tutti i Paesi d’Europa “abbiamo l’insegnamento religioso per una serie di questioni storiche”.

Ciò, ha sottolineato, è molto positivo perché è nato dalla “consapevolezza che il rapporto con la tradizione cristiana e quindi con le radici cristiane dell’Europa contribuisse a formare la cittadinanza europea”.

Il documento finale del congresso, ha aggiunto, si esprime proprio “sull’insegnamento della religione, sottolineando come sia una risorsa per le giovani generazioni e per la costruzione della società europea”.

L’insegnamento della religione, ha concluso, pone “tutta una serie di sfide importanti”, “che vanno dalla formazione degli insegnanti, dalla richiesta di tutela fino alla ricerca di sempre maggiore efficacia”.

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ZENIT Staff

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