CITTA’ DEL VATICANO, lunedì, 1 dicembre 2008 (ZENIT.org).- “L’Avvento è per eccellenza la stagione spirituale della speranza”, ha detto sabato scorso Benedetto XVI nel celebrare nella Basilica vaticana. i Vespri della Prima Domenica d’Avvento.
“Tutto il popolo di Dio – ha ricordato il Papa nell’omelia – si rimette in cammino attratto da questo mistero: che il nostro Dio è ‘il Dio che viene’ e ci chiama ad andargli incontro”.
Nella sua venuta, ha spiegato il Papa, il Figlio di Dio ha voluto condividere pienamente la condizione umana.
“Il grido di speranza dell’Avvento – ha continuato – esprime allora fin dall’inizio e nel modo più forte tutta la gravità del nostro stato, il nostro estremo bisogno di salvezza, come dire noi aspettiamo il Signore, non alla stregua di una bella decorazione sul mondo già salvo, ma come unica via di liberazione da un pericolo mortale”.
“Noi sappiamo che Lui stesso, il Liberatore, è dovuto partire e morire per farci uscire da questa prigione”, ha detto il Papa.
Citando, poi, i salmi 142 e 142, il Papa ha sottolineato che sono preghiere che “ci mettono al riparo da qualsiasi tentazione di evasione e di fuga dalla realtà; ci preservano da una falsa speranza, che forse vorrebbe entrare nell’Avvento e andare verso il Natale dimenticando la drammaticità della nostra esistenza personale e collettiva”.
“In effetti – ha aggiunto Ratzinger – una speranza affidabile, non ingannevole, non può che essere una speranza ‘pasquale'”, ossia legata alla morte e alla risurrezione di Cristo.
Benedetto XVI ha dunque esortato a riporre le nostre mani in quelle di Maria e ad entrare con gioia in questo tempo di grazia che prepara al Natale.