Discorso di Benedetto XVI congedandosi dall'Australia

SYDNEY, lunedì, 21 luglio 2008 (ZENIT.org).- Riportiamo di seguito il discorso pronunciato questo lunedì mattina da Benedetto XVI all’Aeroporto Internazionale di Sydney congedandosi dall’Australia al termine della XXIII Giornata Mondiale della Gioventù.

* * *

Share this Entry

Cari amici, 

prima di congedarmi da voi, desidero dire a coloro che mi hanno ospitato quanto abbia gustato la mia visita qui e quanto sia grato per l’ospitalità ricevuta. Ringrazio il Primo Ministro, l’Onorevole Kevin Rudd, per la cortesia dimostrata nei confronti miei e di tutti i partecipanti alla Giornata Mondiale della Gioventù. Ringrazio altresì il Governatore Generale, il Generale Maggiore Michael Jeffery, per la sua presenza qui e per avermi gentilmente accolto all’Ammiragliato Generale all’inizio dei miei impegni pubblici. Il Governo Federale e il Governo dello Stato del Nuovo Galles del Sud, come pure gli abitanti e la comunità imprenditoriale di Sydney, hanno collaborato generosamente nel sostenere la Giornata Mondiale della Gioventù. Un evento di questo genere richiede un immenso lavoro di preparazione e di organizzazione, ed io so di parlare a nome di molte migliaia di giovani nell’esprimere il mio apprezzamento e la mia gratitudine a tutti voi. Nel caratteristico stile australiano, voi avete offerto un caloroso benvenuto a me e ad innumerevoli giovani pellegrini che si sono riversati qui da ogni angolo del mondo. Alle famiglie ospitanti in Australia e Nuova Zelanda, che hanno fatto spazio nelle loro case ai giovani, sono in modo speciale riconoscente. Voi avete aperto le vostre porte e i vostri cuori alla gioventù del mondo, e a nome di questi giovani vi ringrazio.

Sul palcoscenico, nei giorni scorsi, gli attori principali sono stati, ovviamente, i giovani stessi. La Giornata Mondiale della Gioventù appartiene a loro. Sono stati loro a fare di questa Giornata un evento ecclesiale di carattere globale, una grande celebrazione della gioventù, una grande celebrazione di ciò che deve essere la Chiesa, il Popolo di Dio in mezzo al mondo, unito nella fede e nell’amore e reso capace dallo Spirito di recare la testimonianza del Cristo risorto sino ai confini della terra. Li ringrazio per essere venuti, li ringrazio per la loro partecipazione, e prego affinché abbiano un viaggio di ritorno sicuro. So che i giovani, le loro famiglie e le persone amiche in molti casi hanno fatto grandi sacrifici per permetter loro di giungere in Australia. Per tutto ciò l’intera Chiesa è loro grata.

Nel volgere lo sguardo indietro a questi giorni emozionanti, emergono nella mia mente scene significative. Sono stato molto toccato dalla visita alla tomba di Mary MacKillop, e ringrazio le Suore di San Giuseppe per l’opportunità che ho avuto di pregare presso il Santuario della loro co-Fondatrice. Le Stazioni della Via Crucis per le strade di Sydney ci hanno ricordato con efficacia che Cristo ci ha amati “sino alla fine” ed ha condiviso le nostre sofferenze affinché noi potessimo condividere la sua gloria. L’incontro con i giovani a Darlinghurst è stato un momento di gioia e di grande speranza, un segno che Cristo ci può sollevare dalle situazioni più difficili, ridandoci la nostra dignità e permettendoci di guardare avanti verso un futuro migliore. L’incontro con i responsabili ecumenici ed interreligiosi è stato contrassegnato da uno spirito di genuina fraternità e da un profondo desiderio di maggiore collaborazione nell’impegno di edificare un mondo più giusto e pacifico. 

E senza dubbio gli incontri di Barangaroo e della Croce del Sud sono stati i punti culminanti della mia visita. Quelle esperienze di preghiera, la nostra gioiosa Celebrazione dell’Eucaristia, sono state una testimonianza eloquente dell’opera vivificante dello Spirito Santo, presente ed attivo nel cuore dei nostri giovani. La Giornata Mondiale della Gioventù ci ha mostrato che la Chiesa può rallegrarsi dei giovani di oggi ed essere colma di speranza per il mondo di domani.

Cari amici, mentre mi congedo da Sydney, chiedo a Dio di volgere lo sguardo amorevole su questa città, su questo Paese e sui suoi abitanti. Prego che molti di loro possano essere ispirati dall’esempio di compassione e di servizio della Beata Mary MacKillop. E mentre vi saluto portando nel cuore sentimenti di profonda gratitudine, dico ancora una volta: Dio benedica il popolo dell’Australia!

[© Copyright 2008 – Libreria Editrice Vaticana]

Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione