Il Cardinale Pell ha detto a ZENIT di essere deciso a ripetere l’effusione dello Spirito necessaria per la piena riconciliazione con la Chiesa che si è potuta vedere nel 2000 durante la GMG di Roma.
Per il porporato, quando i giovani hanno la possibilità di ricevere il sacramento della riconciliazione in genere ne usufruiscono.
“Noi stessi abbiamo constatato nei nostri gruppi che quasi tutti si accostano al sacramento, e vogliono farlo anche i non cattolici”, ha aggiunto. “Anche se non possono ricevere l’assoluzione, vengono per parlare e per mettere a nudo la propria anima”.
Il Cardinale ha detto di essere “convinto che un elemento significativo dietro la rabbia e l’ostilità di tanti giovani sia il senso di colpa, e tutto questo parlare del primato della coscienza non aiuta”.
“La gente si sente colpevole anche se può non chiamare colpa quello che cerca di seppellire dentro di sé, ottenendo solo che poi emerga in ogni direzione inaspettata”.
“Nell’epoca del crescente business della psicologia – ha concluso –, è triste che ci sia stato un allontanamento dalla pratica di confessarsi a un sacerdote, e la Giornata Mondiale della Gioventù sta aiutando a rinnovare proprio questo – uno dei più importanti doni offerti dalla Chiesa”.