Di fronte alla secolarizzazione, maestri non ammaestrati

L’Ordine cappuccino si mobilita per rispondere alla sfida educativa

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di Mirko Testa

ROMA, mercoledì, 2 luglio 2008 (ZENIT.org).- Di fronte alle sfide poste dalla secolarizzazione, essere maestri e non ammaestrati: è questa la parola d’ordine che guiderà il cammino dei Cappuccini nei prossimo anni.

Ad affermarlo a ZENIT è stato padre Gianluigi Pasquale, OFM Cap., Preside dello Studio Teologico “Laurentianum” di Venezia, presso il quale dal 12 al 14 maggio scorso si è svolto il Primo Incontro Europeo dei Presidi degli Studi Teologici Cappuccini affiliati alle Pontificie Università.

L’evento, presieduto dal Vicario generale dei Cappuccini, fra Felice Cangelosi, è stato organizzato dal professor Thomas Dienberg di Münster, città tedesca dove i Cappuccini dirigono la più prestigiosa istituzione accademica dell’Ordine con circa 300 iscritti, per la maggior parte laici, che si recano lì per studiare Teologia spirituale unita a “Economic and management”.

La scelta di Venezia come sede dell’incontro internazionale è stata fortemente voluta dall’attuale Ministro generale, fra Mauro Jöhri, a motivo della collocazione strategica e dell’importanza accademica che il capoluogo lagunare, con i suoi 42.000 studenti, riveste da secoli in Europa, e di recente grazie all’impulso dato dalla nascita, per iniziativa del Cardinale Angelo Scola, dello Studium Marcianum.

Oltre a trattare alcune questioni pertinenti l’organizzazione interna degli Studi nell’Ordine cappuccino i partecipanti hanno esaminato ogni singolo Studio Teologico in merito all’adeguamento del cosiddetto “Processo di Bologna”, cui la stessa Santa Sede ha aderito, e oramai in scadenza per il 2012.

Inoltre, durante l’incontro si è dato il via a un tavolo di lavoro comune per la collaborazione tra gli Studi Teologici cappuccini di Milano, Venezia, Roma, Campobasso, Strasburgo, Madrid, Cracovia, Münster.

In questo modo, l’Ordine dei Frati Minori Cappuccini ha voluto dare vita a nuove sinergie e scambi di professori e studenti, ma anche rispondere all’appello del Santo Padre per il recupero del ruolo educativo della Chiesa nella società.

 “L’attuale Ministro generale – ha detto a ZENIT padre Pasquale – è convinto che l’Europa ha bisogno di una rinfrescata del polmone francescano nella sua branchia cappuccina”.

A questo proposito si sono scelte varie strade per rivitalizzarne il carisma: “Intendiamo rileggere e riscoprire le nostre Costituzioni, riutilizzare le istituzioni accademiche per dare il nostro contributo alla emergenza educativa, ed essere presenti con lo spirito di Francesco attraverso lo studio della Regola e della teologia all’interno e sotto la dimensione francescana”.

“Non vogliamo lasciarci ammaestrare dalla secolarizzazione – ha sottolineato il religioso –, ma fare da maestri di fronte a questo processo di tarda-modernità, non nel senso di creare una controdiga ma di studiarla, di analizzarla e di dare una risposta cristiana e francescana”.

 “Questo perché Francesco per indole e DNA è sempre entrato in dialogo con la realtà che gli si presentava davanti, cercando di innervarla con il fermento del Vangelo”, ha spiegato.

La riorganizzazione degli Istituti e degli Studi Teologici risponde anche a una diversa distribuzione delle vocazioni.

“Nel Sud d’Italia – ha spiegato padre Pasquale –, le vocazioni all’Ordine cappuccino sono moltissime: soltanto nello Studio Teologico a Campobasso ci sono 32 studenti ordinari cappuccini”.

“Nell’Italia del nord, invece, a Venezia e a Milano si assiste a un calo delle vocazioni che perdura da cinque anni, nonstante siano le due province più numerose di tutto l’Ordine, con ben 400 frati, e nonostante siano radicate su due territori capillari dal punto di vista del cattolicesimo, con un forte associazionismo cattolico”.

“In Francia e in Spagna, le vocazioni cappuccine non si contano neanche sulle dita di una mano. Gli Studi Teologici sopravvivono attraverso altre utenze, come agostiniani, carmelitani e laici. Questa situazione porterà non solo fra i Cappuccini ma anche fra i Frati minori in Europa del nord a una continua e ripetuta fusione di province”.

Per quanto riguarda invece l’emergenza educativa indicata dal Santo Padre, padre Pasquale ha detto che “l’Ordine cappuccino intende estrapolare la quintessenza dalla teologia francescana, di fondazione platonica e neoplatonica, proseguita con Agostino, implementata da San Bonaventura e passata a noi dalla teologia di Von Balthasar, da cui proviene dichiaratamente Ratzinger”.

Secondo il frate cappuccino l’appello del Papa va inteso, infatti, da una parte nella prospettiva di “un collasso o un depotenziamento delle agenzie educative presenti in Europa, per cui le uniche vere agenzie educative rimaste sono la famiglia e la Chiesa nelle sue istituzioni scolastico-educative”.

 “Non si può certo dire – ha osservato –, che certe aggregazioni civili, quali erano un tempo i giovani del Partito Comunista, fossero delle agenzie educative, mentre sul fronte opposto quelle di ispirazione cattolica come la FUCI si sono decisamente assottigliate”.

Dall’altra parte, invece, l’emergenza educativa va intesa anche come “una specie di annacquamento e indebolimento verificatisi all’interno della Chiesa per cui ci sono molti giovani sacerdoti che ricevono, per esempio, i titoli accademici di baccalaureato in Sacra Teologia e hanno delle grosse mancanze in quelli che sono i fondamenti portanti, addirittura del Catechismo”.

“In questo senso quando parla di emergenza educativa ad intra della Chiesa – ha continuato –, intende dire che sia i laici cristiani che i sacerdoti che i religiosi devono dedicare più tempo alla loro formazione permanente”.

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ZENIT Staff

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