CITTA’ DEL VATICANO, venerdì, 28 settembre 2007 (ZENIT.org).- Benedetto XVI ha espresso questo venerdì il suo cordoglio per la morte, avvenuta in questo giorno, del Cardinale polacco Adam Kozłowiecki, missionario gesuita in Zambia e primo Arcivescovo di Lusaka. Aveva 96 anni.
In un telegramma all’Arcivescovo di Lusaka Telesphore George Mpundu, il Papa ha ricordato “con gratitudine gli anni di altruistico e fervente servizio missionario ed episcopale del primo Arcivescovo di Lusaka” e il suo “incrollabile impegno per la diffusione del Vangelo e il servizio alla Chiesa universale”.
Nato in Polonia il 1° aprile 1911, Adam Kozłowiecki frequentò dal 1921 al 1925 il famoso Collegio Pedagogico-Educativo San Giuseppe a Chyrów, gestito dai Padri Gesuiti. Dopo la maturità, conseguita il 30 luglio 1929, entrò nella Compagnia di Gesù, informa la “Radio Vaticana”.
Arrestato dalla Gestapo all’inizio della II Guerra Mondiale nel collegio dei Padri Gesuiti di Cracovia insieme a 24 confratelli, venne rinchiuso nei campi di concentramento di Auschwitz e Dachau.
Ha descritto le dolorose prove di quel periodo, accompagnate da straordinarie esperienze spirituali, nel libro “Oppressione e afflizione. Diario di un prigioniero”.
Liberato dal campo di concentramento dai soldati americani, decise di partire per la Rhodesia del Nord (l’odierno Zambia), nella missione gestita dai gesuiti polacchi: qui diede impulso a una fiorente attività, soprattutto nel campo dell’educazione, prosegue l’emittente pontificia.
Intraprese il lavoro con coraggio e tenacia, visitando le parrocchie e le case della missione nella foresta. Nel 1959 venne nominato primo Arcivescovo metropolita di Lusaka.
“Non gli sono mai stati estranei i cambiamenti sociali e politici in corso in Africa. Molte volte ha difeso l’uguaglianza delle razze e la giustizia. Insieme con gli altri missionari ha svolto un ruolo importante nel raggiungimento dell’indipendenza del Paese avvenuta il 24 ottobre 1964”, ha spiegato la “Radio Vaticana”.
Dal momento della fondazione dello Stato dello Zambia indipendente, l’Arcivescovo Kozłowiecki si rivolse più di una volta alla Santa Sede chiedendo di essere rimosso dal più alto incarico nella gerarchia ecclesiastica del Paese per fare assegnare la Sede ad un africano.
Così, il 29 maggio 1969, venne trasferito alla Chiesa titolare di Potenza Picena. La decisione ebbe una grande eco in tutta l’Africa, in molte regioni della quale cominciarono a formarsi gerarchie ecclesiastiche locali.
Fedele alla sua vocazione missionaria, dopo la rinuncia all’incarico di Arcivescovo di Lusaka, restò nello Zambia, dove continuò a lavorare in vari posti della foresta africana come semplice missionario.
Nel 1998 Giovanni Paolo II lo ha creato Cardinale. Nel ringraziare il Santo Padre per averlo incluso nel Collegio dei Cardinali, l’arcivescovo Kozłowiecki ha scritto: “Ti confesso, Santo Padre, che sono rimasto completamente sbalordito da questa notizia, mi riusciva difficile capire questo e riordinare i pensieri che, ovviamente, a 87 anni erano impegnati in ben altri problemi”.
“Con il bacio della mano e dei piedi di Sua Santità e con profonda gratitudine accetto questo segno di fiducia – ha aggiunto –, soprattutto in quanto segno di riconoscimento per ogni semplice missionario che per volontà di Dio svolge il servizio alla Chiesa e ai poveri, ai fratelli e alle sorelle che non conoscono il Padre. Mi hanno insegnato che cosa vuol dire essere religioso-gesuita, mi hanno insegnato in seguito che cosa vuol dire essere sacerdote, ed ora devo ancora imparare che cosa vuol dire essere Cardinale, perché questo non me l’hanno insegnato”.