Di Mirko Testa
CITTA’ DEL VATICANO, lunedì, 24 settembre 2007 (ZENIT.org).- I cattolici di rito latino e orientale formano una sola Chiesa, ha spiegato Benedetto XVI.
Così ha detto il Santo Padre nel ricevere, questo lunedì mattina, i presuli della Conferenza Episcopale dell’Ucraina, tra i quali erano presenti Vescovi di rito latino e Vescovi greco-cattolici giunti per la loro quinquennale visita “ad limina Apostolorum”.
“Nella varietà dei suoi riti e delle sue storiche tradizioni, l’unica Chiesa cattolica annuncia e testimonia in ogni angolo della terra lo stesso Gesù Cristo, Parola di salvezza per ogni uomo e per tutto l’uomo”, ha detto.
“Per questo il segreto dell’efficacia di ogni nostro progetto pastorale ed apostolico è innanzitutto la fedeltà a Cristo”, ha spiegato poi.
“A noi, Pastori, come a tutti i fedeli – ha ribadito Benedetto XVI – è chiesto di vivere un’intima e costante familiarità con Lui nella preghiera e nel docile ascolto della sua parola: è questa la sola strada da percorrere per diventare in ogni ambiente segni del suo amore e strumento della sua pace e della sua concordia”.
Il Papa ha quindi chiesto di intensificare la collaborazione tra i Vescovi latini e quelli greco-cattolici in Ucraina “per il bene dell’intero popolo cristiano”.
In particolare, ha proposto loro di celebrare “almeno un incontro annuale, che veda riuniti insieme i Vescovi di rito latino e quelli di rito greco-cattolico, per un’opportuna concertazione fra tutti al fine di rendere sempre più armonica ed efficace l’azione pastorale”.
“Sono persuaso che la fraterna cooperazione fra i Pastori sarà per tutti i fedeli incoraggiamento e stimolo a crescere nell’unità e nell’entusiasmo apostolico e favorirà anche un proficuo dialogo ecumenico”, ha poi concluso.
I greco-cattolici o cattolici di rito orientale (denominati anche “uniati) sono eredi dell’Unione proclamata solennemente a Brest-Litovsk, sul fiume Bug, il 16 ottobre 1596, tra i Vescovi della Metropolia della Rus’ di Kiev e la Sede Apostolica.
Il 23 dicembre 1595 il Papa Clemente VIII aveva accolto a Roma i Vescovi e con la Costituzione apostolica Magnus Dominus et laudabilis nimis aveva annunciato la raggiunta piena comunione. Essi formarono così la Chiesa Greco Cattolica Ucraina (UGCC).
Fu poi il regime di Stalin a decretare la “liquidazione dell’Unione” nel marzo 1946 con il “Lviv Sobor” (lo pseudo-sinodo di Lviv) e a forzare i fedeli greco-cattolici ad unirsi alla Chiesa Ortodossa Russa.
Nonostante fosse proibita e duramente perseguitata, questa Chiesa riuscì a preservare le sue strutture gerachiche nella diaspora o sfidando nella clandestinità la minaccia dell’arresto, dell’esilio e dell’esecuzione. L’oppressione comunista cessò nell’anno 1989, quando la Chiesa Greco Cattolica dell’Ucraina venne nuovamente legalizzata. Oggi è la seconda più grande in fatto di numero di comunità religiose nel Paese.
Secondo alcuni dati diffusi nel 2000 dall’Istituto di Storia della Chiesa a Lviv, ci sono 9 eparchie (diocesi) nell’Ucraina occidentale e un esarcato (per l’Ucraina centrale e orientale), 14 Vescovi, 78 monasteri con 1.188 monaci e suore, 1.976 sacerdoti, 3.240 parrocchie, 2.721 chiese (altre 306 sono in fase di costruzione), mentre il numero dei fedeli è stimato tra i 4.5 e i 6 milioni.
I cattolici latini appartengono alla Chiesa Cattolica Romana (RCC) in Ucraina, le cui strutture gerarchiche in passato erano sparse su tutte le terre che vennero poi incorporate nelle nazioni vicine dove i cattolici costituivano la maggioranza della popolazione.
Una volta che i territori furono incorporati nell’URSS, il potere sovietico liquidò la rete diocesana dei cattolici romani, attraverso la deportazione e la repressione di una larga parte del clero e dei fedeli.
Le statistiche riguardanti il numero dei fedeli non sono precise. Le cifre oscillano tra i 200.000 e gli 800.000 fedeli su una popolazione di 47 milioni di abitanti in Ucraina.
Oggi la RCC ha 4 diocesi e una amministrazione apostolica (in Transcarpathia), 9 Vescovi, 38 monasteri con 262 monaci e suore, 408 sacerdoti, 674 chiese (65 delle quali in fase di costruzione), 772 comunità, la maggior parte delle quali situate nelle regioni centrali.
Entrambe le Chiese cattoliche sono Chiese sui iuris, ovvero sono in comunione ecclesiale piena e visibile con la Santa Sede, ma sono distinte per forme di culto liturgico e pietà popolare, disciplina sacramentale e canonica, terminologia e tradizione teologica.