Il messaggio inizia spiegando che “la festa del Ringraziamento invita ogni anno le comunità cristiane a rinnovare a colui che è il Signore del cielo e della terra sentimenti di vera gratitudine per la ricchezza dei doni del creato, ma anche a un sincero esame di coscienza”.
La Commissione Episcopale riprende le parole pronunciate del Pontefice Benedetto XVI nel suo discorso al Corpo diplomatico del gennaio scorso, quando ha denunciato lo scandalo della fame e del sottosviluppo, chiedendo “il rispetto dell’ambiente e uno sviluppo umano integrale”.
Il messaggio ricorda anche l’esortazione di Paolo VI, contenuta nell’Enciclica Populorum progressio, nella quale spiegava che “la terra è fatta per fornire a ciascuno i mezzi della sua sussistenza e gli strumenti del suo progresso (n. 22)”.
Già nella nota pastorale Frutto della terra e del lavoro dell’uomo. Mondo rurale che cambia e Chiesa in Italia (19 marzo 2005) la Commissione aveva evidenziato che “gli agricoltori appaiono oggi non solo produttori di beni materiali fondamentali, ma sempre più custodi di un territorio amato e servito, nel suo spessore culturale e, ovviamente, prima ancora nella sua identità fisica (n. 23)”.
Per questo nel messaggio si evidenzia che “questa visione del ruolo degli addetti all’agricoltura, varcando i confini nazionali, può offrire spazi nuovi alle vie dello sviluppo”.
Menzionando ancora l’Angelus del 27 agosto 2006 in cui Benedetto XVI aveva ricordato che “Il degrado ambientale rende insostenibile particolarmente l’esistenza dei poveri della terra” il messaggio della Commissione Episcopale ribadisce come “la cura per l’ambiente naturale e l’impegno per un autentico sviluppo umano sono dunque strettamente legati”.
“L’opera di custodia e perfezionamento del creato tende infatti a prefigurare quella pienezza di vita cui l’uomo è chiamato da Dio: una ‘umanità nuova’ che ha come legge l’amore e come modello Cristo, primogenito di tutta la creazione”, si legge ancora nel messaggio.
“Il nesso inscindibile tra ‘ecologia ambientale’ ed ‘ecologia umana’, come ha ricordato Benedetto XVI nel messaggio per la Giornata mondiale della pace 2007, mette in luce come una visione riduttiva dell’uomo finisca per produrre conseguenze negative anche per la stessa difesa del mondo naturale”, afferma ancora la Commissione della CEI.
Per questo, si aggiunge di seguito, “se davvero la crisi ecologica è legata a una mentalità errata, a stili di vita sbagliati, dobbiamo sviluppare una nuova mentalità, un modo nuovo di relazionarci con l’ambiente”.
Dopo aver ribadito che “la profonda relazione tra la creazione e la ‘nuova creazione’, è stata inaugurata nella risurrezione di Cristo, nuovo Adamo”, il messaggio conclude con le parole profetiche dell’Apocalisse: “Non avranno più fame, né avranno più sete, né li colpirà il sole, né arsura di sorta, perché l’Agnello che sta in mezzo al trono sarà il loro pastore e li guiderà alle fonti delle acque della vita. E Dio tergerà ogni lacrima dai loro occhi” (Ap 7,16-17).