Benedetto XVI celebra i 60 anni di Aiuto alla Chiesa che Soffre

ROMA, martedì, 18 settembre 2007 (ZENIT.org).- Nel tradizionale Angelus di questa domenica, nella sua residenza estiva di Castel Gandolfo, Benedetto XVI ha rivolto un saluto ai dirigenti dell’associazione cattolica internazionale Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS).

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Nelle sue parole, ha invitato l’associazione a continuare ad aiutare la gente a comprendere che “Dio è presente come un padre pieno d’amore”.

Quando Dio abita nel cuore degli uomini possono crescere la pace e la giustizia sociale, ha spiegato, assicurando “le preghiere e la gratitudine del successore di San Pietro” per l’opera che svolge ACS e che rappresenta “una testimonianza eloquente dell’amore di Dio”.

L’associazione e i suoi dirigenti hanno celebrato una conferenza internazionale a Castel Gandolfo dal 13 al 16 settembre in occasione del 60° anniversario della sua esistenza.

Il Papa ha fatto giungere una lettere di auguri ad ACS, in cui sottolinea che uno dei problemi più importanti dell’epoca attuale “risiede nella dimenticanza di Dio da parte di molte persone e intere società”.

La pressione del secolarismo e del relativismo, “in forma di tendenze culturali dominanti e a volte dittatoriali”, ha condotto “molta gente e vari cristiani battezzati ad allontanarsi da Dio”.

Il Pontefice esorta ACS a continuare a investire gran parte delle sue risorse nella promozione delle vocazioni religiose e nei fedeli impegnati, fornendo loro una formazione spirituale, umana, intellettuale e pastorale, così come i mezzi materiali necessari per poter operare come efficaci strumenti della grazia di Dio nelle loro rispettive chiese locali e nell’evangelizzazione.

In questo senso, sottolinea soprattutto due ambiti. Da un lato, dice che è evidente che “i mezzi di comunicazione esercitano un’influenza immensa nella cultura e nella vita della gente” e che, con la collaborazione e la guida di credenti cristiani capaci e convinti, questi mezzi possono “ottenere importanti risultati nella diffusione della Buona Novella del Vangelo di Cristo e dei valori cristiani”.

Precisa inoltre che la Chiesa “ha urgente bisogno di persone attraverso le quali Dio possa essere presente in questo immenso campo”.

Dall’altro lato, segnala che la Chiesa osserva “con grande preoccupazione come alcune Chiese orientali di tradizione secolare siano minacciate in Medio Oriente e come numerosi cattolici si vedano costretti a vivere la propria fede senza un’assistenza pastorale o senza poterla professare totalmente o parzialmente in comunità e pubblicamente”.

In queste circostanze, la Chiesa “non ha molto margine di manovra nella pastorale”, riconosce il Papa, nonostante anche lì lo Spirito Santo possa, “attraverso un’azione creativa e intelligente”, aprire possibilità impreviste per la realizzazione della sua missione, “portando non poche persone alla fede in Gesù Cristo”.

Il Santo Padre conclude il suo messaggio impartendo la sua benedizione apostolica a tutta l’équipe e ai benefattori di ACS.

Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) è un’associazione cattolica internazionale fondata 60 anni fa dal sacerdote premonstratense padre Werenfried van Straaten. L’associazione risponde direttamente al Vaticano e sostiene i progetti pastorali della Chiesa cattolica in circa 140 Paesi del mondo. ACS aiuta soprattutto le Chiese locali perseguitate, discriminate o troppo povere per poter svolgere la loro missione pastorale.

L’anno scorso i benefattori di ACS hanno donato all’associazione la cifra record di 81,2 milioni di euro.

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ZENIT Staff

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