Dibattito a San Marino su come “La fede diventa cultura in campo politico”

SAN MARINO, venerdì, 25 agosto 2006 (ZENIT.org).– Mercoledì 23 agosto, a margine del Meeting di Rimini, si è tenuto a San Marino un incontro dal titolo “La fede diventa cultura anche in campo politico”.

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Ad introdurre i lavori è stato monsignor Luigi Negri, Vescovo di San Marino-Montefeltro, responsabile della Fondazione “Giovanni Paolo II” per lo studio e la promozione della Dottrina Sociale e del Magistero della Chiesa.

Dopo avere sottolineato l’importanza decisiva della grande tradizione della Chiesa e l’enorme patrimonio culturale della Dottrina Sociale, monsignor Negri ha spiegato che questo “è il criterio di pensiero e d’azione per tutti, non solo per gli addetti ai lavori, ma certamente anche per coloro che vocazionalmente scelgono di servire il bene comune in politica”.

“A loro – ha sottolineato il presule – compete la responsabilità della negoziazione possibile con le altre culture e le altre impostazioni, ma alla Chiesa – popolo di Dio – compete il giudizio vincolante sull’esito”.

Due le esemplificazioni di esperienze politiche che hanno cercato di derivare dalla fede la lettura della realtà: la prima il libro “Politica Militante” (Rubbettino, 2006) dell’onorevole Luca Volontè, che è intervenuto alla presentazione.

Volontè ha affermato che “vedere le cose del mondo con gli occhi e l’intelligenza donateci dal patrimonio della Dottrina Sociale della Chiesa, rende attenti e acuti nel cogliere tantissimi messaggi apparentemente insignificanti, ma che invece corrodono valori consacrati dalla storia senza sostituirli”.

La seconda esemplificazione, riguarda la recente costituzione della “Associazione internazionale per la Fondazione Europa”. Il Vice Presidente del Parlamento europeo, l’onorevole Mario Mauro, ha sottolineato come “senza la coscienza di una precisa identità ogni confronto diviene insignificante ed inutile per chiunque lo conduca”.

A questo proposito l’onorevole Mauro ha sostenuto che in alcune scuole islamiche in Italia si adottano libri di testo sui quali lo Stato di Israele non esiste. “Questa falsa tolleranza – ha detto –, oltre a rischiare l’intolleranza nei nostri confronti, ostacola di fatto l’integrazione, che invece è l’obiettivo conclamato, e pone le premesse per rischi assai gravi”.

Circa le recenti polemiche sull’utilizzo o meno di embrioni umani a fini di ricerca, il Vicepresidente del Parlamento europeo ha posto il tema in modo concreto a partire dal Magistero della Chiesa: “Io ho una figlia con qualche problema, che potrà certamente avvantaggiarsi dai buoni esiti della ricerca che va promossa, ma cosa direste se proponessi di tagliare un gamba ad un altro bambino per aiutare mia figlia?”

“Per gli embrioni – ha continuato Mauro – è ancora più grave: sono individui, sono persone! Come è possibile ucciderli per svolgere ricerche che forse, può darsi, potrebbero aiutar mia figlia?”.

Il Vicepresidente del Parlamento europeo ha poi concluso affermando la necessità, nella complessa vita politica europea, di iniziative come la Associazione per la Fondazione Europa, che “aiutano a mantener viva la presenza dei criteri che devono guidare sia la comprensione della realtà, sia le scelte per incidere, nella storia a favore di ogni uomo, di tutti gli uomini, di qualunque razza, sesso, religione, nazionalità”.

Giorgio Salina, Presidente dell’Associazione per la Fondazione Europa, ha citato gli scopi dell’iniziativa rilevando che si tratta di “risposte suggerite dall’esperienza di questi anni di presenza al Parlamento europeo, e dal lavoro con alcuni Deputati disponibili”.

Salina ha ricordato la vicenda della candidatura e bocciatura di Rocco Buttiglione come Commissario europeo: “Deve essere chiaro a tutti che Buttiglione è stato bocciato perché cattolico, e non per altro! Non si voleva un cattolico in quel ruolo, con quelle responsabilità. Questo dimostra l’ostilità diffusa e manifesta che incontra nelle Istituzioni europee, in particolare nel Parlamento, la cultura cristiana, considerata una sotto cultura”.

“Inoltre due mesi dopo – ha proseguito Salina – in Commissione Affari Costituzionali, due Deputati inglesi, Richard Corbett e Andrew Duff, hanno proposto di rivedere la procedura di valutazione ed approvazione dei Commissari, perché era stato commesso un grave errore: si era giudicato un uomo per le sue idee non per il suo programma, e ciò è gravemente contrario alla carta europea dei diritti fondamentali”.

“In Italia nessun organo di informazione (radio, televisione e stampa) ne ha dato notizia. Questo significa che in questo caso la verità è stata taciuta, cioè censurata”, ha detto Salina.

Il Presidente della Fondazione Europa ha quindi raccontato che da questa esperienza, dal lavoro fatto insieme e dai confronti con alcuni deputati, si è concretizzato il tentativo di una realtà che “si batta perché la cultura cristiana sia presente, al pari delle altre, nelle istituzioni europee per la libertà di tutti. Una Associazione che divulghi la verità, informando anche su ciò che altri mezzi di informazione tacciono”.

“La Associazione per la Fondazione Europa – ha concluso infine Salina – potrebbe promuovere, una o due volte l’anno, un incontro tra deputati, cristiani e sensibili ai valori cristiani, nazionali ed europei dello stesso Paese e di ogni forza politica. Potrebbe essere un contributo per contrastare il laicismo ‘giacobino’ di stampo francese, che permea la cultura europea”.

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ZENIT Staff

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