Cardinale Cañizares: Totalitarismo, diritti umani e democrazia (I)

Intervista al Primate di Spagna e Vicepresidente de la Conferenza episcopale

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TOLEDO, lunedì, 21 agosto 2006 (ZENIT.org).- Sullo sfondo del V Incontro mondiale delle famiglie, svoltosi a Valencia, Jaime Antúnez, Direttore di “Humanitas»”, rivista di antropologia e cultura cristiana della Pontificia Università Cattolica del Cile, ha svolto un’approfondita intervista con il Cardinale Antonio Cañizares, Arcivescovo di Toledo, Primate di Spagna e Vicepresidente della Conferenza episcopale spagnola.

Di seguito riportiamo i principali passaggi dell’intervista.

In una cultura come quella dominante in Spagna, in Europa e in tutto l’Occidente, con una forte componente ideologica di laicismo, si può affermare che è nell’ambito della famiglia dove questo secolarismo si manifesta in modo più evidente ed aggressivo?

Cardinale Antonio Cañizares: Non penso che sia la famiglia l’ambito in cui questo laicismo si generi, ma è quello l’ambito che più ne sta subendo gli effetti negativi. La famiglia in Spagna è in sostanza una famiglia cristiana, anche quando non è praticante, anche quando è fortemente scossa dai venti della secolarizzazione, da tutto il potere mediatico che diffonde una ideologia relativista. Sopravvivono però nella famiglia spagnola ancora delle risorse molto valide e siamo ancora in tempo perché essa recuperi la sua verità. Ma è certamente vero che la famiglia spagnola, per le pressioni di questo potere mediatico, per le legislazioni così aggressive nei suoi confronti, sta soffrendo per il forte relativismo che la porta a vivere fuori dalla verità che la costituisce e a causa del quale spesso le persone cadono in situazioni deprecabili.

Le sue dichiarazioni hanno addossato forti responsabilità sul Governo socialista per quanto sta avvenendo sulla famiglia.

Cardinale Antonio Cañizares: In questi ultimi anni abbiamo assistito ad un’ “escalation” contro la famiglia da parte del Governo socialista, aiutato da altre forze politiche e altri poteri o gruppi come quello dell’impero gay o di certe ideologie e organizzazioni femministe, che cercano di imporre l’ideologia del genere. La Spagna occupa uno degli ultimi posti in Europa per quanto riguarda le politiche per la famiglia, quello con il più basso livello di sostegno alla famiglia. Insieme alla Grecia, la Spagna è la nazione europea con il più basso indice di natalità, in cui più sono diminuiti i giovani negli ultimi 25 anni e dove più è aumentato il numero degli aborti negli ultimi 10 anni. La Spagna occupa il terzo posto nel tasso di aumento delle separazioni matrimoniali nell’ultimo decennio. E, al contempo, è andata più lontano – rispetto a qualsiasi altro Paese – dalla Comunità europea in materia legislativa contraria e dannosa alla famiglia.

Occorre ribadire ancora che il futuro della famiglia dipende dalla possibilità che le viene data di vivere la sua verità, dalla sua capacità di superare il relativismo verso il quale viene spinta. La famiglia potrà essere luogo di educazione e trasmissione della fede se si supera quel relativismo. Se non lo si supera, essa continuerà nella sua crisi; una crisi di fede che si fonda su una crisi di verità, perché le manca quel fondamento principale su cui appoggiarsi e vivere in pienezza ciò che è.

Alla fine dello scorso mese di marzo, in occasione dei 40 anni dalla chiusura del Concilio Vaticano II, la Assemblea Plenaria della Conferenza episcopale spagnola, di cui lei è Vicepresidente, ha emesso una dichiarazione intitolata “Teología y secularización en España” – che ha avuto un’ampia eco in tutto il mondo cattolico spagnolo e latinoamericano – nella quale si espongono gli effetti distruttivi dell’ideologia laicista, nell’ambito della teologia morale. Questo ha a che vedere, secondo lei, anche con il tema della famiglia e in particolare con la missione della famiglia di trasmissione della fede, tema centrale del V Incontro mondiale di Valencia?

Cardinale Antonio Cañizares: Certamente. L’insegnamento teologico morale in Spagna non ha aiutato a vivere la verità della famiglia, non ha aiutato a rendere la famiglia una piccola chiesa domestica come indica la “Familiaris consortio”. Non ha aiutato a vivere la famiglia come segno e come icona dell’alleanza di Dio con l’umanità; a rendere la famiglia un luogo di incontro con Dio nella comunità.

Come è avvenuto che la teologia morale abbia contribuito alla secolarizzazione della famiglia?

Cardinale Antonio Cañizares: È avvenuto perché la base di questa teologia morale non era l’antropologia che la Rivelazione ci mostra in Gesù Cristo. E, certo, tutto questo si è poi diffuso nei corsi prematrimoniali, si è diffuso attraverso movimenti familiari che hanno promosso, ad esempio, una lettura falsata dell’enciclica “Humanae vitae” di Paolo VI o persino contraria ad essa, trovando lì molti degli elementi di questa teologia morale. Si è sostenuto, quindi, che l’importante è semplicemente l’amore e non l’apertura alla vita. Si è insegnato che il matrimonio, effettivamente indissolubile, fondava la sua indissolubilità solo sulla decisione dei coniugi.

È, chiaramente, una morale che si basa unicamente sulla decisione personale e non su ciò che sono le realtà oggettive, che ci vengono date dalla Rivelazione e attraverso la stessa natura creata. Questa teologia morale, in definitiva, non ha affermato il Dio creatore, la suprema realtà che ha fatto l’uomo e lo ha fatto a sua immagine, uomo e donna.

Tutto questo ha influito molto negativamente sulla famiglia, favorendo il processo di secolarizzazione. E se si secolarizza la famiglia, si secolarizza l’intera società.

Alcuni Vescovi spagnoli hanno fatto notare, in diverse dichiarazioni, che in questa nazione si sta verificando un fatto inedito nella storia della civiltà: la soppressione del matrimonio.

Cardinale Antonio Cañizares: Qui in Spagna, in effetti, la cosa più grave che è avvenuta nell’ordinamento giuridico è che nel Codice civile è scomparsa la realtà del matrimonio, essendo stata sostituita dalla semplice unione di persone; e che le figure di “padre” e “madre” sono state sostituite dalla denominazione di “coniuge”. Per questi motivi il matrimonio non esiste più. In nessuna parte del mondo si parla di matrimonio tra persone dello stesso sesso; il matrimonio propriamente detto è solo tra un uomo e una donna. Nel Codice civile questo è un fatto enorme: è scomparsa di fatto l’espressione giuridica naturale di matrimonio tra un uomo e una donna.

Conversando su questo argomento con l’Arcivescovo di Granada, monsignor Javier Martínez, egli ha detto: “Io credo che esistono due aspetti molto visibili della rivoluzione nichilista che si sta vivendo attualmente in Spagna. Uno è il desiderio di spazzare via dalla vita culturale e sociale ogni elemento, persino residuale, della tradizione cristiana o che faccia riferimento alla tradizione cristiana, alla concezione cristiana dell’uomo. Poi, affianco a questo, vi è l’invenzione di ‘nuovi diritti’, perché l’uomo è concepito come un piccolo assoluto per il quale tutto è possibile e tutto ciò che è possibile e fruibile, immediatamente fruibile, senza considerazione delle conseguenze, semplicemente diventa di fatto un diritto”. Ci potrebbe commentare questo secondo aspetto riferito ai “nuovi diritti”?

Cardinale Antonio Cañizares: I diritti umani, in questa nuova concezione, non sono più quelli che sono inscritti nella natura umana. I diritti umani non sono più qualcosa che precede la decisione dell’uomo, la decisione della maggioranza, la decisione del potere, ma qualcosa che emana dal potere, sia questo il potere totalitario di un uomo, quello della maggioranza o quello generato dalla manipolazione dell’opinione pubblica. In definitiva, il potere. In questo modo, è l’essere umano che decide e che dà senso assoluto a se stesso. Ma così i diritti uma
ni non esistono.

In questa epoca stiamo assistendo – e la Spagna ne è uno degli esempi più chiari – ad una crisi profondissima dei diritti umani, ma in questa crisi profondissima non può esserci democrazia.

Lei parla di totalitarismo…

Cardinale Antonio Cañizares: Si tratta di un atteggiamento totalitario. Non ha importanza se è un totalitarismo parlamentare o il totalitarismo di un capo: è in ogni caso totalitarismo. Ciò che vale è ciò che la maggioranza o il potere supremo adotta, e se adotta qualcosa di estraneo all’ordine naturale creato, perché no…? E questo viene assunto come regola. È ciò che abbiamo ascoltato nel discorso d’insediamento del Presidente, in cui disse che avrebbe fatto in modo che ciascuno potesse decidere sul proprio sesso. Ma se ciascuno può decidere su tutto, allora perché non rendere legittima anche la violenza, perché non rendere legittimo il furto, se si può decidere per proprio conto. In questa concezione non vi è nulla di oggettivamente buono, né di cattivo.

Il positivismo nella sua espressione più radicale.

Cardinale Antonio Cañizares: Esattamente.

Ha fatto molto scalpore nei Paesi americani – e ancora una volta in modo esemplare – la reazione dei cattolici spagnoli in difesa del vero matrimonio e della famiglia tradizionale. Non è solito vedere due milioni di persone uscire per le strade come è avvenuto nel mese di giugno dell’anno scorso, e che un gruppo importante di Vescovi accompagni una manifestazione di questa natura, convocata da un’organizzazione civile. In che modo crede Sua Eminenza che il V Incontro mondiale delle famiglie possa rafforzare questa capacità di resistere di fronte al chiaro e inedito proposito della Spagna di eliminare l’istituzione del matrimonio?

Cardinale Antonio Cañizares: Quando le famiglie hanno raccolto le firme, quando le famiglie sono uscite sulle strade in due occasioni, è stato per dire sì alla famiglia, sì al matrimonio tra l’uomo e la donna; sì al diritto e al dovere inalienabile dei genitori di educare i propri figli conformemente alle proprie convinzioni, sì all’insegnamento religioso che i genitori chiedono, sì ad un’educazione che sia veramente umana. L’Incontro mondiale delle famiglie è stato la ratificazione, da parte del Papa e da parte anche di altre famiglie di altre parti del mondo, di ciò che le famiglie spagnole stanno difendendo, proponendo ed incoraggiando. E le famiglie spagnole si sono sentite a loro volta molto incoraggiate: l’Incontro di Valencia è stato per loro non solo come un po’ d’aria fresca, ma come la grande forza dello Spirito e la grande forza della Chiesa che gli dice: avanti!, abbiate fiducia nelle vostre proprie risorse e nella vostra realtà, perché lì sta il futuro e il miglior servizio che potete rendere alla società.

[Martedì verrà pubblicata la seconda parte di questa intervista]

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ZENIT Staff

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