Dottorato Honoris Causa al Cardinale Erdő per il lavoro svolto nel campo del diritto canonico

A consegnarlo è stata l’Università Cattolica Giovanni Paolo II di Lublino

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LUBLINO, mercoledì, 12 aprile 2006 (ZENIT.org).- Il 6 aprile scorso, il Cardinale Péter Erdő, Primate d’Ungheria, ha ricevuto il dottorato Honoris Causa consegnatogli dall’Università Cattolica di Lublino, in Polonia.

Il professor Bronislaw W. Zubert OFM nella sua prolusione ha descritto il Cardinale come “canonista regum, rex canonistarum”, apprezzando il lavoro da lui svolto nel campo del diritto canonico.

Alla cerimonia erano presenti oltre al rettore, al decano e a numerosi professori, alcuni Vescovi polacchi e slovacchi, l’ambasciatore d’Ungheria in Polonia, nonché i rappresentanti di numerose universitá e delle autoritá civili.

Nel suo discorso il Cardinale Erdő si è detto molto grato di ricevere l’alta onorificenza da parte di Un’università che “è stata per lunghi decenni, un simbolo per gli intellettuali credenti di tutto il mondo comunista, un luogo, dove malgrado ogni difficoltà, si poteva continuare in forma istituzionale un dialogo tra fede e scienze, dialogo di importanza vitale per la cultura umana e per la missione della Chiesa”.

Successivamente, il porporato ha sottolineato che “la collaborazione tra intellettuali credenti in tutta la regione dell’Europa centrale-orientale rimane attuale ed importante anche oggi, nel momento in cui il nostro continente deve affrontare – oltre a quelle economiche e giuridiche – nuove sfide culturali e morali”.

“Una delle questioni più delicate della nostra cultura occidentale che devono cercare di risolvere in modo convincente i giuristi di oggi, sia nella Chiesa che nella società civile, è il problema del senso della libertà”, ha aggiunto.

In seguito, ha osservato che “la nostra libertà, aspetto specifico dell’immagine di Dio, deve essere e funzionare in armonia con la libertà degli altri e dell’intera comunità organica”, e che “nel contesto della società la realizzazione della libertà deve avvenire con responsabilità”.

“L’uomo è un essere che risponde alla realtà – in questo si realizza la sua vera libertà”, ha affermato.

Per questo “la libertà è necessaria per realizzare pienamente quello che richiede il vero bene che non può essere incompatibile con il bene comune, ma anzi queste due realtà sono in correlazione”.

Alla domanda “ come individuare il bene comune oggettivo”, il Cardinale Erdő ha rilevato che “per ogni individuo è indispensabile seguire la propria coscienza” che in verità e realtà può servire come regola di vita”.

“Bisogna quindi lavorare ogni giorno per conoscere meglio la verità perché l’esistenza della verità è il vero fondamento di ogni libertà”, ha continuato, sottolineando la necessità che la nostra coscienza sia ben informata.

Al termine del suo discorso il porporato ha pronunciato alcune parole significative che suonano di monito al mondo contemporaneo: “Se la libertà umana ritrova la sua vera vocazione, cioè invece di sfidare Dio risponde liberamente all’amore e alla chiamata del Creatore, allora l’uomo troverà quella protezione e sicurezza nella sua storia che può portare solo l’armonia con Dio e con il mondo da lui creato”.

“Allora anche il futuro dell’umanità non sembrerà un destino senza senso e direzione, ma una storia di salvezza che è l’unica vera liberazione”, ha infine concluso.

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ZENIT Staff

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