di Mirko Testa
ROMA, martedì, 11 aprile 2006 (ZENIT.org).- Il 7 e l’8 aprile, con il patrocinio del Pontificio Consiglio della Cultura e della John Templeton Foundation, si è svolto in Vaticano un workshop organizzato dalla Pontificia Università Gregoriana sul tema: Relationship between Science and Philosophy: New Opportunities for a Fruitful Dialogue.
In un messaggio indirizzato in apertura dei lavori ai partecipanti riuniti presso la “Domus Sanctae Marthae”, il Cardinale Paul Poupard, Presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura, ha affermato che “il momento attuale si presenta particolarmente propizio per un dialogo fruttuoso tra la scienza, la teologia e la filosofia”.
I risultati delle scienze naturali, infatti, “offrono oggi una peculiare visione del mondo”, “piena di implicazioni filosofiche”, ha continuato.
Gli sviluppi di tali scienze, ha constatato il Cardinale, “pongono problemi che sfidano la nostra comprensione abituale del mondo, problemi che sono di natura filosofica ancor prima che teologica ed esigono dai filosofi un ripensamento almeno in tre campi: nel campo dell’ontologia della natura, nel campo della conoscenza umana, la gnoseologia, e nel campo della teologia della natura”.
Al giorno d’oggi, ha osservato, le questioni filosofiche e teologiche suscitano un nuovo interesse tra gli scienziati, e “sono sempre più numerosi gli scienziati che si avventurano nel campo della saggistica filosofica, cercando di offrire una visione globale della realtà”.
“In questa situazione di cambio, di ripensamento dei saperi e dei loro fondamenti, le nuove proposte e paradigmi, non tutti ugualmente solidi, si moltiplicano e richiedono un confronto e un nuovo dibattito”.
Esponendo alcuni dei concetti chiave del paradigma scientifico attuale, il porporato ha affermato che si potrebbero riassumere in termini come “auto-organizzazione, morfogenesi, emergenza, direzionalità, sinergia e cooperatività”.
La natura appare oggi come “un grande sistema in evoluzione, in cui tutto è interconnesso”, al punto da dire che, “pur non essendo cosciente, si comporta come se avesse un’intelligenza, capace di porsi fini e di scegliere i mezzi adatti a raggiungere tali fini nel modo migliore”.
“La auto-organizzazione della natura è una realtà che la scienza attuale descrive con estrema precisione, al punto che si può parlare di un’‘intelligenza incosciente’ della natura”, ha spiegato.
La grande sfida, tuttavia, consiste nell’interpretare questa auto-organizzazione. Per alcuni, si tratta semplicemente di una parte del processo in cui l’Assoluto si evolve, per altri la natura è un puro risultato della combinazione di caso e necessità.
“Tra queste visioni opposte – ha rilevato Poupard –, si può sostenere che l’auto-organizzazione della natura implica presupposti metafisici e teologici, che rimandano in ultima istanza ad un’intelligenza diversa dalla natura, quod omnes dicunt Deum”.
La “corrispondenza tra razionalità della natura, razionalità dell’uomo e Logos divino” è proprio uno dei temi più cari al pensiero di Joseph Ratzinger, ha rilevato.
Quanto alle implicazioni etiche del progresso scientifico attuale, il porporato ha ricordato che “l’importanza dei problemi epistemologici e filosofici che le scienze sperimentali suscitano oggi mette in evidenza il fatto che la società non può dimenticare i temi etici cercando solo la mera utilità individualistica, senza alcun riferimento alla norma morale”.
“Tutte queste ragioni – ha osservato – hanno portato il Pontificio Consiglio della Cultura, già da diversi anni, a tentare di costruire ponti e canali di dialogo tra le diverse discipline, cercando di favorire quella visione ‘integrale e organica del sapere’, che proponeva Giovanni Paolo II nell’enciclica Fides et ratio”.
Infine, il Cardinale Poupard ha quindi porto i propri auguri ai partecipanti, esortandoli “a pensare molto e a pensare bene”.
Il workshop, organizzato dai professori Marc Leclerc, SJ, e Gennaro Auletta, fa parte dell’insieme delle attività del Progetto STOQ, progetto di insegnamento, di ricerca e di divulgazione culturale su questioni riguardanti il dialogo tra scienza e religione nato durante il Giubileo degli Scienziati (25 maggio 2000) e teso a promuovere una maggior comunicazione ed un’integrazione armonica della teologia e della scienza attraverso la mediazione della riflessione filosofica.
I risultati di queste giornate di studio saranno successivamente pubblicati in un volume e lo stesso gruppo si riunirà anche l’anno prossimo per continuare i lavori.