“È stato il nostro secondo Padre”. I cattolici russi ricordano Giovanni Paolo II

MOSCA, lunedì, 3 aprile 2006 (ZENIT.org).- Giovanni Paolo II non ha potuto visitare la terra russa. Dopo più di cento viaggi all’estero, la Russia è rimasta tra i desideri che avrebbe voluto realizzare. Questo, tuttavia, non ha impedito che la comunità cattolica di quel Paese nutra per lui un profondo affetto e che personalità di altre confessioni gli riservino una grande ammirazione.

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In una celebrazione eucaristica, che ha avuto un carattere ecumenico poiché vi hanno partecipato rappresentanti di diverse confessioni e religioni, sacerdoti cattolici di rito orientale e diplomatici di diversi Paesi, la comunità cattolica russa si è unita alla commemorazione mondiale di Giovanni Paolo II nel primo anniversario della sua morte.

Dalle 10 del mattino di questa domenica, la Cattedrale di Mosca ha iniziato a ricevere le centinaia di fedeli che si radunavano per ricordare il Successore di Pietro. È stata una domenica molto speciale.

Nella chiesa, adornata al suo interno da immagini della vita del defunto Pontefice e all’esterno da una gigantografia, regnava un ambiente di grande affetto verso “il nostro secondo Padre”, come lo hanno chiamato affettuosamente alcuni fedeli.

“Dio ci ha mandato l’uomo di cui il nostro tempo aveva bisogno”, ha esclamato l’Arcivescovo della Madre di Dio di Mosca, monsignor Tadeusz Kondrusiewicz. “Il suo carisma ha unito credenti e non credenti” e sotto la sua direzione “la Chiesa è diventata più aperta a tutti i cristiani, ai fedeli di altre religioni e a tutte le persone di buon cuore”, ha affermato.

Visibilmente emozionato, monsignor Kondrusiewicz ha ricordato la sua visita a Giovanni Paolo II, all’Ospedale Gemelli, qualche giorno prima della sua morte. Come in altre occasioni, era rimasto colpito da come il Pontefice “conosceva bene il cuore russo”.

“È stato un Papa che si è sforzato sempre di unire la civiltà del nostro mondo alla civiltà dell’amore”, ha affermato l’Arcivescovo. “Il mistero della morte lo vediamo ora attraverso il mistero della resurrezione”.

“Vivi in Cristo! Vivi Giovanni Paolo II! Rimani con noi e aiutaci nel nostro cammino”, ha chiesto.

Le sue parole piene di emozione sono state ribadite dal viceportavoce del Consiglio della Federazione Russa, Aleksander Torshin, il quale ha affermato che Giovanni Paolo II “è stato un grande uomo”. “Il nostro compito ora: ricordare più spesso i suoi consigli. Giovanni Paolo II non solo ha amato la Russia ma ha compreso la sua complessità, la complessità di formare una nuova società civile”, ha aggiunto.

Da parte sua, il collaboratore del Dipartimento per le Relazioni Esterne del Patriarcato di Mosca, il sacerdote ortodosso Aleksander Vasyutin, ha sottolineato che con Giovanni Paolo II è sorta una nuova era di collaborazione tra le due Chiese.

“È stato un uomo che ha cambiato la situazione del nostro mondo e ha accettato le tradizioni orientali. Il suo ricordo rimane non solo con i cattolici della Russia, ma con tutti i cristiani del mondo”, ha affermato il rappresentante della Chiesa ortodossa.

Il presidente del Congresso delle comunità e delle organizzazioni religiose ebraiche russe, il rabbino Zinobi Kogan, ha affermato che Giovanni Paolo II “è stato un grande leader spirituale del secolo XX che ha salvato il dialogo tra ebrei e cristiani, la loro comprensione reciproca e ha ispirato il nostro lavoro per migliorare questo mondo”.

“Il 2 aprile rimarrà sempre il Giorno di Giovanni Paolo II”, ha aggiunto.

In una celebrazione durata più di due ore e che l’Arcivescovo Kondrusiewicz ha definito ironicamente come una sorta di “inculturazione con i nostri fratelli ortodossi”, i credenti russi si sono riuniti per ricordare un Papa che sentono molto vicino.

“È un esempio per noi, per la nostra fede cattolica”, ha osservato Buragyavikaya Yadviga, tra le persone presenti.

“Grazie a lui si è compiuto nella mia vita una sorta di perdono, tanto che adesso trovo difficile pensare a me stessa senza il cristianesimo. Credo che, grazie a lui, molta gente si sia avvicinata alla Chiesa cattolica”, ha confessato Evguenya Pokrovckaya.

“Di Giovanni Paolo II cosa posso dire… sono polacco, è mio compatriota, è stato il primo Papa non italiano. Per me ha fatto molte cose buone, tra cui un mondo più democratico”, ha constatato Edislav Malitski.

“Per una felice coincidenza ho avuto un incontro personale con il Papa e posso dire che è stato un momento di totale cambiamento nella mia vita. Perché in quella visita egli si è avvicinato proprio a me e ha parlato con me per 7 minuti? Allora non lo sapevo, adesso lo so”, ha commentato a ZENIT Vladimir Lolikov.

“E’ stato un maestro, ci ha insegnato ad amare Dio ed è un peccato che sia morto – ha affermato la giovane Irina Karkalova –. Ma sarà sempre con noi”.

Nel contesto della commemorazione di Giovanni Paolo II, alle 21.37, ora di Mosca, i fedeli hanno acceso nelle loro case una candela in onore del Pontefice scomparso.

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ZENIT Staff

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