E’ stato approvato un miracolo attribuito all’intercessione della Beata Narcisa de Jesús

Festa a Guayaquil per la laica ecuadoregna

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GUAYAQUIL, venerdì, 17 marzo 2006 (ZENIT.org).- Domenica prossima l’Arcivescovo di Guayaquil celebrerà, nel santuario di Nobol, un’Eucaristia di rendimento di grazie per l’approvazione del miracolo nella causa di canonizzazione della Beata Narcisa de Jesús (1832-1869).

L’Arcidiocesi ecuadoregna ha confermato a ZENIT che sarà presente alla Messa Edelmira Arrellano Plúas, la cui guarigione miracolosa è quella che potrebbe portare alla canonizzazione.

Sarà presente anche Juan Pesantez, la cui miracolosa guarigione dal cancro ha aperto le porte alla beatificazione di Narcisa de Jesús, celebrata da Giovanni Paolo II il 22 ottobre 1992 in piazza San Pietro in Vaticano.

In una nota diffusa lunedì dall’Arcidiocesi di Guayaquil si annunciava l’approvazione del miracolo, “ultimo dei requisiti affinché la Beata Narcisa de Jesús venga dichiarata santa”.

A comunicare la notizia da Roma, all’Arcivescovo di Guayaquil, monsignor Antonio Arregui Yarza, è stato il 13 febbraio il Segretario della postulazione della causa, padre Francesco M. Ricci OP.

“Con gioia ed emozione le comunico che il 18 gennaio 2006 la Consulta Medica si è riunita per valutare il miracolo avvenuto alla signorina Edelmira Victoria Arellano Plúas, attribuito all’intercessione della Beata Narcisa de Jesús”, afferma il messaggio in italiano, al quale ZENIT ha avuto accesso.

“La Consulta Medica ha votato all’unanimità (cinque voti favorevoli su cinque) il caso considerato come restitutio ad integrum [restituzione completa, ndr] del difetto anatomico congenito in modo imprevisto, completo, duraturo e scientificamente inspiegabile”, ha annunciato il domenicano.

Mancano altri due passi – il cui appuntamento sarà quest’anno, ha confermato padre Ricci – per la canonizzazione: che “il Congresso di Teologi studi alla luce della fede l’accaduto” e che la Congregazione Ordinaria di Cardinali venga a conoscenza del caso e lo presenti “al Santo Padre Benedetto XVI, che darà l’ultima e definitiva parola”, sottolinea l’Arcidiocesi di Guayaquil.

“Il che significa – spiega – che siamo alla vigilia della solenne glorificazione ecclesiale della Beata Narcisa”.

Nobol, il cantone rurale – a 36 chilometri a nord di Guayaquil – dov’è nata la Beata Narcisa, vive in questi giorni “una grande gioia per la notizia della canonizzazione”. Questa laica “semplice e umile” suscita una grande devozione tra i suoi abitanti.

La località, il cui santuario custodisce i resti della Beata, è quotidianamente meta di pellegrinaggi di fedeli di tutto il Paese, ha confermato l’Arcidiocesi a ZENIT.

Proprio a Nobol studia Edelmira Victoria Arellano Plúas, che ora ha vent’anni.

Ne aveva solo nove quando fu miracolosamente guarita dopo che sua madre, Violeta Plúas, l’aveva raccomandata alla Beata Narcisa. Era nata con un difetto congenito genitale che le impediva il normale sviluppo.

Per ordine dell’allora Arcivescovo di Guayaquil, monsignor Juan Ignacio Larrea Holguín, iniziarono anni di studio e ricerche con testimoni e documenti medici. Tutto il processo è stato consegnato a Roma nell’aprile 2001.

Il postulatore della causa è padre Vito Tomás Gómez García OP; il vicario generale dell’Arcidiocesi di Guayaquil, monsignor Roberto Pazmiño Guzmán, è il vicepostulatore.

Nella lettera in cui ha annunciato l’approvazione del miracolo, padre Ricci non ha esitato ad unirsi “alla gioia di tutti i devoti della nuova futura ‘Santa Narcisa’ e della Chiesa a Guayaquil”.

L’Arcivescovo locale, monsignor Arregui Yarza, ha segnalato che la Beata Narcisa sarà in questo modo la terza fedele dell’Ecuador ad essere elevata alla gloria degli altari. Il primo è stato Francisco Febres Cordero, più conosciuto come Hermano Miguel; la seconda Mariana de Jesús, l’“Azucena de Quito”. La vita di quest’ultima ha ispirato la Beata Narcisa.

La saggezza della croce

Narcisa de Jesús è nata il giorno di San Narciso del 1932 – 29 ottobre –. I suoi genitori erano Pedro Martillo Mosquera e Josefina Morán, contadini; morirono quando Narcisa era ancora molto giovane; aveva quattro fratelli e quattro sorelle.

Durante l’adolescenza lavorò come sarta. Si dedicava molto alla preghiera, secondo i dati biografici forniti a ZENIT dall’Arcidiocesi della quale la Beata era originaria.

Successivamente, si trasferì a Guayaquil, dove svolse incarichi domestici, lavori manuali e un’attività di carità apostolica. Le piaceva molto suonare la chitarra, soprattutto con i bambini e a Natale.

All’inizio del 1868 si recò a Lima “e lì continuò la sua vita virtuosa come secolare, alloggiando nella casa delle sorelle dell’Ordine laicale di Santo Domingo fino alla morte, l’8 dicembre 1869”. Il suo corpo incorrotto venne trasferito a Guayaquil nel 1955.

Narcisa de Jesús insegnava catechismo ai bambini, lavorava con giovani abbandonati e visitava malati e moribondi. Morì l’8 dicembre 1869.

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ZENIT Staff

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