KITALE, giovedì, 2 marzo 2006 (ZENIT.org).- Il Vescovo della diocesi keniota di Kitale, monsignor Maurice Anthony Crowley, ha messo in guardia tutti i fedeli del Paese circa la recente formazione di una nuova setta pseudo-cattolica.

Si tratta della “Chiesa cattolica romana riformata”, costituita nel febbraio scorso da un sacerdote cattolico sospeso, secondo quanto reso noto dal Servizio Cattolico di Informazione per l’Africa (CISA).

Il presbitero, Godfrey Siundu, della sede diocesana di Kitale, ha contratto matrimonio davanti all’incaricato del distretto il 10 febbraio scorso, informa il presule.

In una lettera indirizzata a tutti i Vescovi cattolici del Kenya e al Nunzio Apostolico – l’Arcivescovo Alain Paul Charles Lebeaupin –, il Vescovo Crowley avverte che la setta non ha alcun rapporto con la Chiesa cattolica, ha celebrato cerimonie e ha rifiutato le norme cattoliche.

“Poiché alcuni dei nostri cattolici prendono una via sbagliata”, il Vescovo di Kitale chiede nel messaggio ai suoi fratelli nell’episcopato “di presentare la questione ai propri fedeli perché sappiano la verità”.

La cosiddetta “Chiesa cattolica romana riformata” ha catturato l’attenzione dei cattolici a Kitale e nelle diocesi vicine, attirando a sé anche altri sacerdoti sospesi, conferma il Vescovo Crowley.

Nella sede diocesana di Kitale, situata nella zona occidentale del Paese africano, i cattolici rappresentano più del 16% su quasi un milione di abitanti.

Quest’ultimo appello giunge ad appena un mese di distanza dall’allarme lanciato dall’Arcivescovo Raphael S. Ndingi Mwana'a Nzeki – di Nairobi – riguardo alla comparsa di un’altra setta “dissidente” che aveva aperto una “parrocchia” nella città.

Il Paese dell’Africa Orientale – regione attualmente colpita da una terribile carestia – ha circa 33 milioni di abitanti, per la maggior parte cristiani. Si stima che ci sia un 33% di cattolici e un 45% di protestanti; il 10% della popolazione segue credo tradizionali, mentre un altro 10% è rappresentato da musulmani.