Domenica prossima il Papa beatificherà la religiosa che predisse la Guerra Civile spagnola

Eusebia Palomino Yenes (1899-1935), Figlia di Maria Ausiliatrice

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CITTA’ DEL VATICANO, mercoledì 21 aprile 2004 (ZENIT.org).- Tra i sei beati che Giovanni Paolo II proclamerà domenica prossima, c’è Eusebia Palomino Yenes (1899-1935), religiosa Figlia di Maria Ausiliatrice, che prima di morire predisse la sanguinosa Guerra Civile spagnola.

Eusebia Palomino Yenes, si legge nella biografia messa a disposizione dal Vaticano, nacque a Cantalpino, piccolo paese presso Salamanca, in Spagna, il 15 dicembre 1899, in una famiglia ricca di fede quanto scarsa di mezzi. Il padre, Agustín, lavorava come bracciante stagionale per i proprietari terrieri dei dintorni, mentre la madre, Juana, si occupava della casa e accudiva i quattro figli.

D’inverno, quando il lavoro scarseggiava, e così anche il pane, il padre di Eusebia andava a chiedere la carità nei paesi vicini portandosi spesso dietro la figlia, contenta di quelle passeggiate in compagnia del papà, che le faceva ammirare le bellezze del creato. Quando arrivavano ad un cascinale, la bambina sorrideva a chi la accoglieva e chiedeva “un pane per l’amor di Dio”.

Il primo incontro con Gesù nell’Eucarestia, all’età di otto anni, fece capire ad Eusebia il significato dell’offrirsi totalmente al Signore. A dodici anni, dopo aver dovuto lasciare la scuola per aiutare la famiglia, andò con la sorella maggiore a Salamanca per lavorare come bambinaia, come aveva già fatto al suo paese.

La domenica frequentava l’oratorio delle Figlie di Maria Ausiliatrice, che ne richiesero la collaborazione per aiutare la comunità. Eusebia accettò volentieri e cominciò a darsi da fare aiutando in cucina, provvedendo alle pulizie della casa, svolgendo commissioni in città e facendo tutto ciò che le veniva richiesto.

Il suo obiettivo era consacrarsi interamente al Signore e si diceva: “Se compio con diligenza i miei doveri, farò piacere alla Vergine Maria e riuscirò ad essere un giorno sua figlia nell’Istituto”. Essendo povera e non istruita, non osava chiedere di entrare nella congregazione: non si riteneva degna di una grazia così grande.

La Superiora visitatrice, con la quale si confidò, la rassicurò e decise di ammetterla. Dopo due anni di noviziato, in cui alternò la preghiera al lavoro, nel 1924 Eusebia pronunciò i voti religiosi che la vincolarono all’amore del suo Signore.

Venne assegnata alla casa di Valverde del Camino, una cittadina dell’Andalusia presso il confine con il Portogallo. Tutto, in suor Eusebia, rifletteva l’amore di Dio e il forte desiderio di farLo amare. Il suo tema di conversazione preferito era l’amore di Gesù per tutti gli uomini, che la Sua Passione aveva salvato.

Si fece apostolo della devozione all’Amore misericordioso secondo le rivelazioni di Gesù alla religiosa lituana – oggi Santa – Faustina Kowalska, divulgate in Spagna dal domenicano padre Juan Arintero. L’anima dell’apostolato di suor Eusebia fu però la “vera devozione mariana” insegnata dal Santo Luigi M. Grignon de Montfort.

Quando, all’inizio degli anni ’30, la Spagna cominciò ad essere sconvolta dalla rabbia dei senza-Dio votati allo sterminio della religione, suor Eusebia si offrì al Signore come vittima per la salvezza della Spagna, per la libertà della religione.

Nel 1932 suor Eusebia ebbe un malore, al quale seguirono l’aggravamento dell’asma ed altri malesseri. Visioni di sangue cominciarono ad addolorarla più dei mali fisici. Il 4 ottobre 1934, mentre pregava con alcune consorelle, si interruppe e disse: “Pregate molto per la Catalogna”.

Era l’inizio delle insurrezioni operaie nelle Asturie e a Barcellona, chiamate poi “anticipo rivelatore”. Le visioni di sangue riguardavano anche la Direttrice, suor Carmen Moreno Benítez, che venne fucilata con un’altra consorella nel 1936 ed oggi, dopo il riconoscimento del martirio, è stata dichiarata beata.

Le condizioni di salute di Suor Eusebia si aggravarono: il medico curante ammise di non saper definire la malattia di cui soffriva, che le prostrava il fisico, ma non intaccava la lucidità del pensiero, la delicatezza di sentimenti e la gentilezza. Alle consorelle che l’assistevano promise: “Tornerò a fare i miei giretti”.

Secondo quanto ha affermato nei giorni scorsi l’agenzia “Veritas”, il documento su cui si basa la postulazione della sua causa di beatificazione, la cosiddetta “Positio”, racchiude un dialogo tra suor Eusebia e Josefa García Mariscal in cui la futura beata predice la Guerra Civile spagnola che scoppiò nel 1936.

Suor Eusebia rivelò: “Ci sarà una grave guerra civile e verrà versato molto sangue innocente perché la Spagna non si mette d’accordo”.

Nella notte tra il 9 e il 10 febbraio 1935, suor Eusebia si addormentò serenamente. Per l’intera giornata le sue fragili spoglie vennero visitate da tutta la popolazione di Valverde. Tutti dissero la stessa cosa: “E’ morta una santa”.

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ZENIT Staff

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