LONDRA, martedì, 21 settembre 2010 (ZENIT.org).- La rivista satirica britannica Private Eye pubblica spesso ipotetiche lettere di scusa della stampa quando l'opinione che questa ha trasmesso su una persona viene smentita dai fatti.

“Potrebbe applicarsi alla visita di Stato di Papa Benedetto XVI”, ha affermato Dominic Lawson, editorialista del The Independent, nella sua rubrica di questo martedì Pope Benedict... an apology.

“Il Papa. Una scusa. Vogliamo chiedere scusa per aver descritto Sua Santità come il leader tirannico con gli stivali militari di un'istituzione corrotta impegnata nella violenza sui bambini e nello sterminio di tutto il continente africano. Ora accettiamo che è un uomo anziano e dolce, mai più felice di quando bacia i bambini, e che questo Paese ha molto da imparare dalla sua umanità e dalla sua preoccupazione per i più deboli della società”.

Con questo tono ironico, Lawson constata il cambiamento di tono generale della stampa inglese dopo la visita del Papa. Lo stesso Independent, osserva, ha pubblicato commenti editoriali che “sarebbero stati impensabili una settimana prima”.

“Quando qualcuno viene definito un mostro (o 'un vecchio villano lascivo in sottana', come ha detto  Richard Dawkins) ed emerge come una modesta figura accademica visibilmente a disagio con la magniloquenza politica di una visita di Stato, i commentatori comprendono che i loro lettori preferirebbero un tono più gentile”, afferma Lawson.

“Sospetto che sia proprio il carattere apolitico di Papa Benedetto XVI a dargli una certa attrattiva popolare, anche da parte di coloro che non sono membri della Chiesa cattolica, e che senza dubbio non si sentono costretti a seguire i suoi inamovibili pronunciamenti dottrinali”.

L'articolista, che è stato direttore dello Spectator, conclude: “L'umiltà è forse la più difficile delle virtù; i più presuntuosi critici laicisti del Papa potrebbero imparare da lui”.

Non è l'unico commento al riguardo. Nel “giorno dopo” della visita, come constata un rapporto di Catholic Voices, è evidente la moderazione della stampa inglese di ogni settore d'opinione, così come è unanime il riconoscimento del successo della visita, contro quasi tutti i pronostici.

Ripercorrendo una per una le cinque maggiori testate inglesi nella loro edizione di lunedì 20 settembre, il rapporto mostra come è stata la copertura della beatificazione del Cardinale Newman a Cofton Park.

La sinistra

The Guardian, rappresentante della sinistra liberale, dedica una doppia pagina a un reportage sulla beatificazione, firmato dal suo corrispondente religioso Stephen Bates.

Un'altra corrispondente, Riazat Butt, afferma che “il vero successo di questo viaggio storico non è stato Benedetto XVI, ma il suo gregge, che ha sfidato le aspettative e la pubblicità negativa per dare il benvenuto al Papa in Gran Bretagna”.

Nella sezione del quotidiano dedicata ai commenti, un dirigente ricorda ai lettori perché The Guardian ha sostenuto la visita “nonostante il conservatorismo intransigente e a volte crudele di Benedetto XVI”, perché “si trattava di una questione diplomatica seria”.

L'editoriale non crede che il Papa abbia superato “la divisione religiosa-laica”, ma ha alcune parole critiche contro i manifestanti, che “forse non vedono alcun legame tra loro e le torme antipapiste del passato, ma c'è un fallimento nel dare alla fede il rispetto sincero che le è dovuto”.

Nella sezione della difesa del lettore, spicca la critica di molti lettori verso quella che considerano l'“ostilità istintiva nei confronti della religione” da parte del quotidiano, anche se l'ombudsman ricorda l'estesa copertura data dal Guardian alla visita.

Forse il cambiamento più sintomatico è stato, come riferiva l'inizio di questa notizia, il caso del The Independent, quotidiano che nel periodo precedente la visita si era fatto portavoce del settore laicista più aggressivo.

Nel suo editoriale di questo lunedì,Benedict spoke to Britain, il quotidiano ammetteva che la visita è “andata meglio, anche molto meglio di quanto ci si poteva aspettare”, grazie soprattutto “a ciò che il Papa ha detto e a come l'ha detto”, mostrando “che ha un lato molto più caldo, più umano e meno rigido di quanto può sembrare da lontano”.

“Quanto alle sue allusioni su quanto sia rischioso per la tolleranza relegare la religione ai margini, forse ha lasciato una Gran Bretagna con la mente un po' più aperta di quando l'ha trovata”, conclude sorprendentemente l'editoriale.

Conservatori

Dal canto suo, il Daily Mail, conservatore, pubblica un commento firmato da Stephen Glover in cui si afferma che la visita “è andata molto al di là” di un successo che la stessa gerarchia cattolica non si aspettava. “Il Papa ha parlato all'anima del nostro Paese, affermando le verità morali eterne che i nostri leader politici e religiosi preferiscono evitare”.

Uno dei successi sorprendenti sottolineati da Glover è il “volto giovane” della Chiesa cattolica britannica. Si criticano poi gli atei radicali contrari alla visita: “non hanno niente da offrire né ai giovani né agli altri come via di speranza”.

The Times non ha dedicato un editoriale, ma ha pubblicato un reportage di Richard Owen, il suo corrispondente a Roma, che si sorprende dell'enfasi del Papa sul “sano pluralismo” e sulle “diverse tradizioni religiose” della società britannica, affermando che “questo non è l'uomo che è stato eletto Papa cinque anni fa”.

Il Daily Thelegraph, infine, riporta un Papa sorridente in prima pagina e afferma che il Pontefice “sembrava molto più preoccupato di riconstruire il dialogo tra la Chiesa e la società civile che di convertire”, criticando allo stesso tempo le “esagerazioni laiciste”.

Il rapporto può essere letto sul blog di Catholic Voices.

[Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]

Congedo di Benedetto XVI dalla Gran Bretagna

BIRMINGHAM, domenica, 19 settembre 2010 (ZENIT.org).- Pubblichiamo il discorso pronunciato da Benedetto XVI questa domenica pomeriggio all’aeroporto internazionale di Birmingham durante la cerimonia di congedo dalla Gran Bretagna al termine della sua visita pastorale.

* * *

Signor Primo Ministro,

Grazie per le gentili parole di congedo rivoltemi a nome del Governo di Sua Maestà e degli abitanti del Regno Unito. Sono molto grato per tutto l’impegnativo lavoro di preparazione da parte sia dell’attuale che del precedente Governo, da parte degli impiegati civili, delle autorità locali e della polizia, come pure da parte dei molti volontari che con tanta pazienza son venuti in aiuto per preparare gli eventi di questi quattro giorni. Grazie per il calore della vostra accoglienza e per l’ospitalità che ho potuto gustare.

Nel tempo in cui sono stato con voi, ho potuto incontrare i rappresentanti delle molte comunità, culture, lingue e religioni che formano la società britannica. Proprio la diversità della Gran Bretagna moderna è una sfida per il suo Governo e per il popolo, ma rappresenta anche una grande opportunità per ulteriore dialogo interculturale e interreligioso per l’arricchimento dell’intera comunità.

Sono stato grato per l’opportunità, che mi è stata data in questi giorni, di incontrare Sua Maestà la Regina, come pure lei ed altri leader politici, ed aver avuto modo di discutere materie di comune interesse sia qui che altrove. Sono stato particolarmente onorato di essere invitato a rivolgermi ad entrambe le Camere del Parlamento nello storico ambiente di Westminster Hall. Spero davvero che queste occasioni possano contribuire a confermare e a rafforzare le eccellenti relazioni fra la Santa Sede e il Regno Unito, specialmente nella collaborazione per lo sviluppo internazionale, nella cura per l’ambiente naturale e nella edificazione di una società civile con un rinnovato senso di valori condivisi ed uno scopo comune.

È stato inoltre un piacere compiere una visita a Sua Grazia l’Arcivescovo di Canterbury ed ai vescovi della Chiesa d’Inghilterra, e successivamente pregare con loro e con fedeli cristiani nell’evocativo spazio di Westminster Abbey, un luogo che parla così eloquentemente delle nostre tradizioni religiose e culturali condivise. Poiché la Gran Bretagna è casa di moltissime tradizioni religiose, sono stato lieto di aver avuto l’opportunità di incontrare i loro rappresentanti e di condividere con loro qualche pensiero circa il contributo che le religioni possono offrire allo sviluppo di una società sana e pluralistica.

Naturalmente, la mia visita era rivolta in modo speciale ai cattolici del Regno Unito. Ricordo con intima gioia il tempo trascorso con i Vescovi, il clero, i religiosi ed i laici, come pure quello con gli insegnanti, gli studenti e gli anziani. E’ stato commovente in maniera speciale celebrare con loro, qui a Birmingham, la beatificazione di un grande figlio dell’Inghilterra, il Cardinale John Henry Newman. Con la sua vasta eredità di scritti accademici e spirituali, sono certo che egli abbia ancora molto da insegnarci sulla vita e la testimonianza cristiane tra le sfide del mondo contemporaneo, sfide che egli previde con eccezionale chiarezza.

Nel congedarmi da voi, permettetemi ancora una volta di formulare i migliori voti e le mie preghiere per la pace e la prosperità della Gran Bretagna. Grazie molte e Dio vi benedica tutti!

[© Copyright 2010 – Libreria Editrice Vaticana]