Qualche giorno fa, in una parrocchia, ho incontrato un giovane che mi ha fatto una domanda interessante: “La storia che ci insegnano i Vangeli è vera? Dobbiamo davvero credere a ciò che ci dice la Chiesa su Gesù? Oppure sono solo leggende?”.

Non è la prima volta che mi imbatto in ragazzi che mostrano d’avere certi dubbi. Ed è giusto prendere sul serio queste domande, perché sono il frutto di un desiderio sincero di verità e di approfondimento.

I tempi sono cambiati. Un tempo nessuno osava mettere in discussione il Vangelo. Oggi le nuove generazioni sono talmente bombardate di notizie che finiscono per avere dubbi su ogni cosa.

Il mondo di internet, ad esempio, è un grande contenitore dove è possibile trovare tutto e il contrario di tutto. E così si alimentano le storie più bizzarre sulla vita di Gesù, basate su presunti documenti segreti o su testi antichi ritrovati chissà dove.

Intorno a questa moda basata su una specie di “Cristianesimo alternativo” si è sviluppato un bel mercato che frutta denaro: libri, film, fumetti, programmi radiofonici e dvd.

E’ un giro d’affari che punta, soprattutto, al pubblico giovanile, rischiando di trasformarsi in una vera e propria forma di indottrinamento anticattolico. Sfruttando l’innato senso di curiosità dei ragazzi per tutto ciò che appartiene al mondo del mistero, si cerca di diffondere messaggi fuorvianti, proponendoli come verità storiche nascoste.

Ma come si è arrivati a tutto questo? Perché così tanti giovani sembrano essere attratti da certe correnti di pensiero?

Negli ultimi anni i semi di certa disinformazione hanno trovato terreno fertile in una mentalità sincretista e relativista trasmessa ai giovani attraverso vari strumenti: musica, cinema, telefilm, riviste per adolescenti, trasmissioni televisive.

Non è difficile imbattersi in interviste di cantanti o attori, popolarissimi tra i ragazzi, che dipingono Gesù come “uno dei tanti profeti”, riducendolo al livello di un qualsiasi “santone” di oggi.

Non dimentichiamo, poi, le varie “imitazioni” di Cristianesimo che vengono proposte ai giovani attraverso i mezzi di comunicazione. Si cerca di scimmiottare ciò che appartiene alla nostra tradizione, per condurre i ragazzi su strade fuorvianti.

Pensiamo al dilagante commercio di statuine degli angeli “portafortuna”, che non hanno nulla in comune con quelli cristiani. Si presentano con nomi strani e presunti “poteri” simili a quelli di talismani e amuleti.

Un altro esempio è la strumentalizzazione di San Francesco D’Assisi, trasformato dagli ambientalisti più estremisti in una specie di precursore dei “figli dei fiori”.

Questi simboli cristiani rielaborati sono come monete false. Sembrano veri, ma non lo sono. Contribuiscono alla costruzione di un Cristianesimo indebolito, che fa comodo a chi vuole attaccare la Chiesa.

Ma non bisogna essere pessimisti! Tutta questa opera di disinformazione può rappresentare una preziosa occasione per far riscoprire ai ragazzi il Cristo più vero. Alla distanza, potrebbe produrre frutti completamente opposti rispetto ai suoi obiettivi di partenza.

I giovani hanno sete di verità, non di confusione. Dopo una prima fase di ricerca e di approfondimento sapranno certamente distinguere il mare inquinato dalla sorgente dell’acqua pura. E finalmente dissetarsi.