MADRID, lunedì, 24 maggio 2004 (ZENIT.org-Veritas).- Cristina López Schlichting, madre di tre figli e famosa presentatrice del programma radiofonico “I pomeriggi con Cristina” sulla stazione COPE, racconta in questa intervista concessa a Veritas la difficoltà di conciliare la professione di giornalista con la maternità e la cura dei figli.
La giornalista critica anche le idee ostili alla famiglia diffuse oggi dai mezzi di comunicazione e ritiene necessario che i genitori assumano un ruolo attivo di telespettatori come segno di responsabilità nei confronti dei propri figli.
Domenica è stata celebrata la Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali che, su indicazione del Papa, ha avuto come tema: “I media in famiglia: un rischio e una ricchezza”.
Cosa vuol dire per lei presentare “Il pomeriggio con Cristina”?
Cristina López Schlichting: E’ una sfida professionale e un’opportunità personale che mi sorprende. Vorrei dire che mi domando spesso perché la Provvidenza mi ha posto qui. E’ un’eccezionale opportunità di relazionarmi con centinaia di migliaia di persone, di imparare continuamente e anche di comunicare ciò che mi è successo, l’incontro con Gesù Cristo nella Sua Chiesa, la bellezza di ciò che nasce da questo, la certezza di essere su una strada fatta di bene, verità, bellezza.
Come riesce a conciliare la sua carriera professionale con la maternità e la vita familiare? Come si vive questa situazione all’interno della professione?
Cristina López Schlichting: Non ci riesco. Sorrido ogni volta che mi fanno questa domanda. Anni interi di disprezzo nei confronti del lavoro in casa e dell’educazione dei figli ci hanno impedito di renderci conto del valore del lavoro di una casalinga. Adesso che cerchiamo di conciliare un’intera giornata di lavoro e di portare avanti la casa, è ora che gli uomini e le donne si rendano conto del peso enorme che le nostre madri hanno avuto nella nostra vita. E’ stato ed è molto difficile crescere ed educare i miei tre figli. Il tempo è poco e lo stress troppo.
Posso affermare senz’altro che la presenza di Cristo e la compagnia della Chiesa sono state sempre un pilastro quando io o mio marito mancavamo in qualcosa, una certezza che ci ha permesso di continuare a stare insieme in mezzo alle difficoltà, di perdonarci e di aiutarci. Ai miei figli manca spesso la mamma. Sanno anche, però, che per la loro mamma la cosa più importante è Gesù nella Sua Chiesa. Spero che ereditino almeno questo affetto che mi rende felice.
Mi chiede come si vive questo all’interno della professione. Beh, con grande difficoltà. La professione giornalistica ha degli indici molto alti di separazione e di divorzio e molte donne decidono di non avere figli. Altre rinunciano in parte a realizzarsi nella professione per anteporre la famiglia. In ogni caso, lavorano moltissimo e non sempre sono felici.
Il messaggio del Papa per questa Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali è incentrato sui rischi e le ricchezze dei media per la famiglia. Quali sono, secondo lei, questi rischi e queste ricchezze?
Cristina López Schlichting: La ricchezza è la possibilità di conoscere di più e meglio il mondo intero. Arricchirsi imparando. Conoscerci e migliorare. I rischi sono quelli inerenti alla propaganda – quando il potere usa i media per dominare le coscienze – e alla distrazione continua.
Spesso spiego che la cosa peggiore dei media non sono i contenuti (che a volte sono decisamente preoccupanti), ma il fatto che abbiano distrutto la vita di un popolo che mangiava in compagnia, dialogava con i figli, rimaneva a chiacchierare con i vicini, usciva a fare una passeggiata.
Il contatto con la realtà è stato sostituito da una compagnia virtuale. Si mangia con la televisione, si sostituisce la passeggiata o il ritrovo con i programmi preferiti e si trascura persino la vita coniugale. L’uomo si vede ridotto ad individuo, e l’individuo solitario è facile preda del potere.
Crede che i media abbiano “dichiarato guerra” alla famiglia?
Cristina López Schlichting: I media sono espressione del potere che li utilizza, e questo potere è, in modo opprimente, nemico della famiglia come unione stabile di un uomo e una donna impegnati nell’educazione della prole. Al contrario, vengono presentati come positivi i cosiddetti “nuovi modelli di famiglia”, in cui manca uno dei genitori o sono entrambi dello stesso sesso.
Più che nella radio e nella stampa, il confronto tra i media e la famiglia si realizza nella televisione, il mezzo che più si consuma in famiglia. Come si può porre fine agli abusi durante la fascia oraria per i bambini?
Cristina López Schlichting: Denunciandoli alle associazioni di telespettatori e radioascoltatori, che a loro volta possono esercitare pressioni sulle imprese che vengono pubblicizzate nei programmi inadeguati, spingendo i propri associati a boicottarle. La maggior parte delle imprese è solo interessata al denaro.
Perché nella televisione spagnola non ci sono programmi per bambini?
Cristina López Schlichting: Perché il pubblico adulto è più redditizio in termini pubblicitari e gli adulti permettono che i bambini vedano ogni tipo di programma. Perché, allora, fare programmi per bambini? Il mio consiglio è quello di selezionare quello che si vede e l’età adeguata a cui vederlo, scegliere le reti migliori e, per quanto possibile, ridurre la quantità di tempo che si trascorre davanti alla televisione. Molte famiglie europee si astengono dal vedere la televisione quando nascono i bambini.
Ad ogni modo, non vorrei trasmettere un messaggio totalmente negativo. Credo che un popolo adulto e responsabile sia capace di fare un uso positivo dei media di oggi. Nessun potere è capace di eliminare completamente la libertà dell’uomo o il suo desiderio di essere felice.
ULTIME NOTIZIE
May 24, 2004 00:00