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Cari fratelli e sorelle!

Con gioia vi do il benvenuto e vi ringrazio per la vostra presenza. Saluto ciascuno di voi e, attraverso voi, saluto le Conferenze episcopali, le comunità e gli organismi ecumenici dell’Europa. Un saluto speciale rivolgo ai Presidenti del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa e della Conferenza delle Chiese europee e li ringrazio perché hanno voluto farsi interpreti dei vostri fraterni sentimenti. La vostra visita è un’ulteriore occasione per porre in luce i vincoli di comunione che ci legano in Cristo, e rinnovare la volontà di operare insieme perché quanto prima si giunga alla piena unità.

Sono particolarmente contento quest’oggi di incontrarvi nuovamente dopo aver partecipato ieri nella Basilica di san Paolo alla conclusione della Settimana di preghiera per l’unità dei Cristiani. Voi avete voluto iniziare il pellegrinaggio ecumenico europeo, che avrà il suo culmine nell’assemblea di Sibiu, in Romania, nel settembre 2007, proprio qui da Roma, dove ebbero luogo la predicazione e il martirio degli apostoli Pietro e Paolo. E questo è quanto mai significativo perché gli Apostoli ci hanno per primi annunciato quel Vangelo che, come cristiani, siamo chiamati a proclamare e testimoniare all’Europa di oggi. E’ proprio per dare maggior efficacia a tale annuncio che noi vogliamo procedere con coraggio nel cammino della ricerca della piena comunione. Il tema che avete scelto per tale itinerario spirituale – "La luce di Cristo illumina tutti. Speranza di rinnovamento e unità in Europa" – indica che è questa la vera priorità per l’Europa: impegnarsi perché la luce di Cristo risplenda e illumini con rinnovato vigore i passi del Continente europeo all’inizio del nuovo millennio. Mi auguro che ogni tappa di questo pellegrinaggio sia segnata dalla luce di Cristo e che la prossima Assemblea Ecumenica Europea possa contribuire a rendere più consapevoli i cristiani dei nostri Paesi circa il dovere di testimoniare la fede nell’odierno contesto culturale, spesso segnato dal relativismo e dall’indifferenza. E’ questo un servizio indispensabile da rendere alla Comunità Europea, che in questi anni ha allargato i suoi confini.

In effetti, perché sia fruttuoso il processo di unificazione che ha avviato, l’Europa ha bisogno di riscoprire le sue radici cristiane, dando spazio ai valori etici che fanno parte del suo vasto e consolidato patrimonio spirituale. Tocca a noi discepoli di Cristo il compito di aiutare l’Europa a prendere coscienza di questa sua peculiare responsabilità nel consesso dei popoli. Tuttavia la presenza di noi cristiani sarà incisiva e illuminante solo se avremo il coraggio di percorrere con decisione la via della riconciliazione e dell’unità. Mi risuona nella mente l’interrogativo che l’amato Predecessore Giovanni Paolo II ebbe a porsi nell’Omelia durante la celebrazione ecumenica in occasione della prima Assemblea speciale del Sinodo dei Vescovi per l’Europa il 7 dicembre 1991: "Nell’Europa in cammino verso l’unità politica possiamo forse ammettere che sia proprio la Chiesa di Cristo un fattore di disunione e di discordia? Non sarebbe questo uno degli scandali più grandi del nostro tempo?" (Insegnamenti, XIV/2, 1991, p. 1330). Quanto importante è trovare in Cristo la luce per avanzare in maniera concreta verso l’unità! Questo sforzo è richiesto a tutti, cari rappresentanti delle Chiese e delle Comunità ecclesiali in Europa, perché tutti abbiamo una specifica responsabilità per quanto concerne il cammino ecumenico dei cristiani nel nostro Continente e nel resto del mondo. Dopo la caduta del muro, che divideva i Paesi dell’Oriente e dell’Occidente in Europa, è più facile l’incontro tra i popoli; ci sono più opportunità per accrescere la conoscenza e la stima reciproca, con un arricchente mutuo scambio di doni; si avverte il bisogno di affrontare uniti le grandi sfide del momento, a iniziare da quella della modernità e della secolarizzazione. L’esperienza dimostra ampiamente che il dialogo sincero e fraterno genera fiducia, elimina le paure e i preconcetti, scioglie le difficoltà e apre al confronto sereno e costruttivo.

Cari amici, per quanto mi concerne rinnovo qui la decisa volontà, manifestata all’inizio del mio pontificato, di assumermi come prioritario impegno quello di lavorare senza risparmio di energie alla ricostituzione della piena e visibile unità di tutti i seguaci di Cristo. Vi ringrazio ancora per la vostra gradita visita e chiedo a Dio di accompagnare con il suo Spirito i vostri sforzi per preparare la prossima Assemblea Ecumenica Europea a Sibiu. Il Signore benedica le vostre famiglie, le Comunità, le Chiese e quanti in ogni regione d’Europa si proclamano discepoli di Cristo.