QUIBDÓ, venerdì, 21 gennaio 2005 (ZENIT.org).- I guerriglieri delle “Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia” (FARC) attivi nel dipartimento territoriale nord-occidentale di Chocó continuano a rifiutarsi di consegnare il corpo di un sacerdote cattolico, padre Francisco Montoya, che hanno sequestrato, ucciso a colpi di arma da fuoco e seppellito il mese scorso.

Il parroco di Istmina Tadó, di 33 anni, è scomparso l’8 dicembre mentre si recava da Quibdó (capoluogo di Chocó) a Nóvita per celebrare la solennità dell’Immacolata Concezione.

“Era entrato nella zona (controllata dalle FARC) senza autorizzazione” da parte di queste ultime, lo hanno sequestrato ed “accusato di essere un informatore dell’esercito” solo perché veniva da un’altra regione, ha affermato il vicario generale della diocesi di Quibdó, padre Manuel García, secondo quanto riferito mercoledì da Compass Direct, un’organizzazione che documenta gli atti di persecuzione religiosa.

Le FARC hanno tenuto padre Montoya segregato per giorni, spostandolo da un luogo all’altro per giungere infine ad una base tra le montagne, in un’altra regione. Sospettando del sacerdote, “senza prove, senza un’indagine seria”, lo hanno infine ucciso a colpi di arma da fuoco, ha affermato il vicario.

Preoccupata per la sua sorte, una commissione ecclesiale è andata a cercarlo. A quel punto il fronte “Aurelio Rodríguez” delle FARC ha rivendicato il suo assassinio.

Un portavoce della guerriglia ha confermato che il sacerdote è stato seppellito sulla montagna dove è stato ucciso, ma non ha voluto permettere la riesumazione dei suoi resti adducendo motivi di “sicurezza”.

“La Chiesa può entrare, ma solo con la loro autorizzazione (delle FARC)”, ha spiegato padre García. “E’ una situazione molto dolorosa”.

Il sacerdote assassinato “era un uomo molto umile, di animo gioioso”, ha ricordato.

Originario di Medellín, padre Montoya aveva chiesto di essere mandato ad esercitare il proprio ministero tra le comunità indigene ed afro-colombiane di Chocó; aveva abbracciato la loro cultura e percorreva a piedi tutta la regione.