“Prof, ma perché Adamo ed Eva non sono stati perdonati per aver mangiato il frutto dell’Eden, nonostante Dio rappresenti il perdono?”.
Adamo ed Eva…chi??? Quelli della mela e del serpente? Ma non erano solo personaggi simbolici, allegorici, mitici…insomma: leggendari?!
Cara Angelica, da qui non ne usciamo facilmente.
Faccio una premessa sulla storicità di questi due tipi; il racconto che tu citi, pur utilizzando un linguaggio fatto di immagini, “espone un avvenimento primordiale, un fatto che è accaduto all’inizio della storia dell’uomo” (Cf Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 13). Anche il Catechismo della Chiesa Cattolica parla inequivocabilmente di “prima coppia” (CCC 376).
Scusami Angelica se ti sto rispondendo a suon di documenti, ma ti assicuro che in campo teologico c’è una riflessione profondissima sui primi capitoli della Bibbia e non di rado si leggono articoli di (pseudo) teologi e professori che affermano che Adamo ed Eva non sono mai esistiti ma sono solo due figure simboliche.
Invece la fede cristiana, pur leggendo quelle pagine con la consapevolezza di trovarsi di fronte ad un genere letterario mitico (che non è certamente lo stile giornalistico o storico a cui noi siamo abituati), afferma con decisione che l’episodio di Adamo ed Eva non è solo un’allegorica storiella con un insegnamento morale/sapienziale, ma un fatto reale al quale si è dato un rivestimento “mitico”.
E tu chiedi: perché Adamo ed Eva sono stati cacciati dal Paradiso Terrestre? Perché non sono stati perdonati? Intanto facciamo uno scoop che in pochi sanno: questi nostri progenitori sono stati perdonati e sono venerati(insieme a tutti i giusti dell’Antico Testamento)il 24 dicembre.
Addirittura, nella prima domenica di Avvento, in Oriente, nel Canone della Messa è scritto: “Onoriamo per primo Adamo che, onorato dalla mano del Creatore e costituito primo nostro padre, gode del beato riposo, con tutti gli eletti nei tabernacoli celesti”’.
Però, per rispondere alla tua domanda, dobbiamo andare al di là delle immagini mitiche (il giardino, l’albero, il serpente, il frutto…) per intuire “un fatto che è accaduto all’inizio della storia dell’uomo”.
Un evento misterioso (rappresentato dal mangiare il frutto dell’albero proibito) che ha fatto entrare nell’Eden, l’illogicità del male. Quanto mistero dietro la spinta che ci porta a comportarci da cretini ed auto-distruttori. La Bibbia ci spiega che il male viene da una fonte subordinata. Dio con la sua luce è più forte. E perciò il male può essere superato e la creatura (l’uomo) è sanabile! Talmente sanabile che Dio si preoccupa di Adamo ed Eva, proteggendoli con delle tuniche su misura per loro. Forse questo è il primo gesto concreto del perdono di Dio.
Il secondo sarà quello di venire sulla terra, facendosi uomo, per prendere su di sé tutto il male che nel frattempo le sue creature avevano fatto (ed avrebbero fatto nel futuro) e poter così perdonarli, purificarli e rispalancare loro le porte del Paradiso!
Dio non abbandona Adamo ed Eva al loro stupido orgoglio, ma li veste, intenerito dal fatto che quelle sue due creature non sopportavano oramai più di farsi vedere nudi, cioè di farsi vedere con i loro limiti. Ed ancora oggi siamo goffi ogni volta che proviamo pateticamente a nascondere agli altri (e spesso anche a noi stessi) i nostri limiti, con fantasiose e moderne foglie di fico.
Quanto rincorriamo l’apparenza! Quella disobbedienza misteriosa dettata dall’orgoglio di voler diventare come Dio, decidendo da soli ciò che è bene e male, ha creato una spaccatura, una ferita, un’inclinazione all’odio, alla prepotenza ed all’orgoglio malsano (i cristiani la chiamano “peccato originale”).
Prima del peccato originale, l’essere nudi non era un problema. Tutto era armonia: Dio era un Creatore che ci amava e ci proteggeva e nel Paradiso tutto era un suo dono. Ma poi, persa l’armonia, tutto si è spezzato.
Come un grande terremoto, le spaccature hanno diviso l’uomo e la donna, a suon di orgoglio e voglia di sopraffazione e le scosse telluriche hanno messo la paura, il sospetto e la vergogna nel rapporto fra gli uomini e Dio. Ancora oggi pensiamo di poter vivere, decidendo da noi ciò che è bene e ciò che è male, facendo dei peccati che ci allontanano sempre di più dall’originaria perfezione.
Per ridiventare capaci di essere nudi e senza vergogna, cioè consapevoli che tutto è un dono di Dio ed ogni nostro orgoglio è pateticamente fuori luogo, dobbiamo iniziare un faticoso cammino spirituale che dura tutta la nostra vita terrena, fatto di ricerca, preghiera e grazia.
Gesù ha reso visibile quanto è forte la potenza divina, affinché nessun “serpente” possa più convincerci che la libertà consiste nell’allontanarci da Dio. Ha perdonato, guarito, liberato, spiegato, amato. Infine è morto, ucciso dalle sue stesse creature(facendoci vedere il suo amore)per poi risorgere(facendoci toccare con mano la sua onnipotenza).
Cristo crocifisso e risorto, nuovo Adamo, ha opposto al fiume sporco del male un fiume di luce. E in questo fiume divino, presente nella storia, santi e coraggiosi continuano ad immergersi, portando la testimonianza che il serpente può essere sconfitto.
J.R.R. Tolkien ha scritto: “Sicuramente c’era un Eden su questa infelicissima terra. Noi tutti ne abbiamo nostalgia, e lo intravediamo costantemente”