Il Segretario Generale del Sinodo ha precisato che il Santo Padre ha colto con attenzione gli stimoli pastorali provenienti dalle varie Chiese locali del mondo. A tale riguardo, “i Vescovi dell’Oceania hanno chiesto che lì la Chiesa sviluppi una comprensione e una presentazione della verità di Cristo che parta dalle tradizioni e dalle culture della regione” (n. 118).

Secondo Baldisseri, il dialogo tra le religioni, posto in termini di apertura nella verità e nell’amore, è presentato dal testo del Papa “in primo luogo come una conversazione sulla vita umana o semplicemente, come propongono i Vescovi dell’India "un’attitudine di apertura verso di loro, condividendo le loro gioie e le loro pene" (n. 250).

Una parte significativa e innovativa è la parte dell’Esortazione in cui Papa Francesco parla dei rapporti con l’Islam. “E’indispensabile – ha scritto il Papa-  l’adeguata formazione degli interlocutori, non solo perché siano solidamente e gioiosamente radicati nella loro propria identità, ma perché siano capaci di riconoscere i valori degli altri, di comprendere le preoccupazioni sottostanti ai loro reclami e di portare alla luce le convinzioni comuni”.

“Di fronte ad episodi di fondamentalismo violento che ci preoccupano - ha sottolineato il Pontefice - l’affetto verso gli autentici credenti dell’Islam deve portarci ad evitare odiose generalizzazioni, perché, come hanno insegnato i Patriarchi Cattolici del Medio Oriente, "noi sappiamo che il vero Islam e il Corano sono innocenti di ogni violenza" (n. 253).

“Noi cristiani – afferma Francesco nella Esortazione - dovremo accogliere con affetto e rispetto gli immigrati dell’Islam che arrivano nei nostri paesi, così come speriamo e preghiamo di essere accolti e rispettati nei Paesi di tradizione islamica”. “Prego – ha concluso il Papa – imploro umilmente tali Paesi affinchè assicurino libertà ai cristiani affinchè possano celebrare il loro culto e vivere la ,loro fede, tenendo conto della libertà che i credenti dell’Islam godono nei paesi occidentali”.