Nel viaggio nella Repubblica di Corea, il 15 agosto 2014 rispondendo ad alcune domande poste dai giovani, papa Francesco ha detto: “Anch'io l'ho fatta al mio tempo: che strada devo scegliere? Ma tu non devi scegliere nessuna strada: la deve scegliere il Signore! Gesù l'ha scelta, tu devi sentire Lui e chiedere: Signore, che cosa devo fare? Questa è la preghiera che un giovane deve fare: ‘Signore, cosa vuoi tu da me?’. E con la preghiera e il consiglio di alcuni veri amici – laici, sacerdoti, suore, vescovi, papi… anche il Papa può dare un buon consiglio – con il consiglio di questi trovare la strada che il Signore vuole per me”.
Una risposta semplice quella di papa Francesco, ma certamente non superficiale: infatti si intravvede in filigrana un aspetto importante della spiritualità ignaziana, ossia l'indifferenza. Questa non è una virtù passiva, ma attiva in cui si confrontano la libertà dell'uomo e la libertà di Dio “nel processo centrale dell'elezione, che consiste nel fatto che l'uomo nell'analogia della libertà fra Dio e la creatura sceglie ciò che Dio Nostro Signore ci dona di scegliere, nel fatto che l'uomo spontaneamente e volonterosamente compie anch'egli insieme con Dio quella particolare elezione che già si è compiuta per noi nell'eterna libertà di Dio” (H.U. von Balthasar, Gloria. Un'estetica teologica. V. Nello spazio della metafisica. L'epoca moderna, Milano 1978, p. 100).