Mentre il mondo intero è ancora inorridito per la diffusione del video in cui si vede un terrorista dell’Isis decapitare James Folley, il giornalista americano rapito nel 2012 in Siria, nuovi dettagli alimentano le preoccupazioni della comunità internazionale.
Come mostrato nel tragico video diffuso dai jihadisti, nelle loro mani è anzitutto almeno un altro reporter americano rapito in Siria, Steven Sotloff. “La vita di questo cittadino Usa, Obama, dipende dalle tue prossime decisione”, la minaccia del boia che ha sgozzato Folley. Una minaccia espressa in un perfetto inglese con forte inflessione britannica, dato che fin da subito ha fatto sospettare molti che il terrorista sia originario d’Oltremanica.
Notizia, quest’ultima, confermata nelle ultime ore dal premier britannico David Cameron e ripresa nei dettagli dal Guardian. L’uomo, si legge nel tabloid, sarebbe di Londra, fa di nome John ed è il leader di una cellula di quattro combattenti inglesi che operano in Siria, dove tengono in ostaggio stranieri nella località di Raqqa. Secondo un esperto del King’s College i terroristi islamici britannici, dopo aver succhiato odio e frustrazione all’interno delle moschee occidentali, si recano in Medio Oriente per fare la jihad e “sono i più feroci”.
Sempre la fonte riportata dal Guardian riporta un particolare inquietante. Tra le mani di John e dei suoi compagni di jihad, a Raqqa, oltre al reporter Steven Sotloff, ci sarebbero anche due uomini, un danese e un giapponese, e due donne, entrambe di nazionalità italiana e definite “cooperanti, giornaliste o fotoreporter”. Non vengono rivelate ulteriori informazioni, ma tutto lascia pensare che si tratta di Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, due giovani lombarde scomparse a luglio ad Aleppo, in Siria.
Intanto, mentre l'Interpol condanna la barbara uccisione del giornalista americano e ricorda la necessità di "una risposta del mondo intero contro la minaccia del terrorismo in Medio Oriente", il presidente americano Barack Obama risponde alle minacce del terrorista che ha ucciso James Folley. "Il mondo è inorridito" di fronte a questo "brutale assassinio", ha tuonato Obama, promettendo che "giustizia sarà fatta". Il rappresentante della Casa Bianca ha poi definito lo Stato islamico dell’Iraq e del Levante è “cancro da estirpare”, aggiungendo che le sue ideologie sono “non degne del genere umano”. Secondo Obama “falliranno, perché nel mondo vince chi costruisce, non chi distrugge”.
Della stessa opinione è Matteo Renzi, impegnato in una visita lampo a Baghdad ed Erbil. Il presidente del Consiglio italiano ha paragonato ciò che sta avvenendo in Iraq con il massacro di Srebrenica, nella ex Jugoslavia. “L’Europa può permettersi tutto tranne il silenzio perché la battaglia qui è nel cuore dell’Europa”, ha poi ribadito. Nelle stesse ore, intanto, le Commissioni parlamentari di Esteri e Difesa hanno approvato la risoluzione del governo italiano sull’invio di armi ai peshmerga curdi, impegnati a combattere contro i jihadisti dell’Isis.