Proprio questa mattina osservavo una scena che puoi vedere solo quando guardi in alto: un gabbiano fermo, immobile ad almeno cento metri d’altezza. Di solito per volare bisogna muoversi.

L’aereo tanto è stabile in volo quanto è forte la sua velocità. Per atterrare deve necessariamente rallentare. Man mano che diminuisce la velocità perde quota e anche stabilità; quella stabilità che solo può avere da fermo, toccando terra.

Ma questo gabbiano era fermo; in aria, a cento metri d’altezza. Pur fermo, volava. Un volo di invidiabile stabilità senza un battito d’ali. Le sue ali però, spalancate al massimo, sfruttavano tutto il vento che lassù soffiava forte.

E il vento che lo sosteneva, che gli dava piena stabilità era un vento decisamente contrario. Grazie alle avversità atmosferiche il gabbiano può riposarsi, commenta un amico.

Le fatiche, le asperità, le sofferenze, le disavventure, le croci, i dolori sono quel necessario e provvidenziale elemento che dona stabilità ed equilibrio al volo della vita.

Contrarietà, che ti mantengono disponibile a Dio che ti sorregge in quota. Avversità che ti danno quella speciale fiducia che ti permette di riposare in Lui.

Ciao da p. Andrea

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