Un gemellaggio tra le città di Palermo e Betlemme è stato siglato ieri nel capoluogo siciliano. L’iniziativa è il frutto di un percorso avviato un anno fa dalla Fondazione Giovanni Paolo II in Terra Santa e dal centro Padre Nostro di Brancaccio, fondato da don Pino Puglisi, il parroco vittima della mafia e proclamato beato il 25 maggio scorso.

Obiettivo del gemellaggio è promuovere dialogo e pace tra i popoli attraverso studi e ricerche comuni, programmi di cooperazione anche di natura commerciale e turistica.  A sottoscrivere ieri l’intesa, promossa anche dal centro Padre Nostro di Brancaccio e dalla Fondazione Giovanni Paolo II in Terra Santa, sono stati il sindaco di Betlemme, Vera Baboun, e il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. Il quale ha dichiarato: "Il senso di questo gemellaggio è ribadire che Betlemme è una città punto riferimento per il mondo e per l’umanità intera e che Palermo, in qualche modo, vuole collegarsi con questa storica città, cercando di apportare una contaminazione positiva. Insieme possiamo costruire un mondo diverso e migliore a difesa dei diritti di tutti e di ciascuno”.

D'accordo anche il presidente del Centro Padre Nostro, Maurizio Artale, che alla Radio Vaticana ha dichiarato: “Il messaggio che abbiamo voluto lanciare attraverso questa proposta è un gemellaggio simbolico tra il quartiere di Brancaccio, dove la presenza mafiosa è ancora forte, e Betlemme, dove un altro conflitto, quello israelo-palestinese, non ha avuto fine". 

Intervento di monsignor Mamberti al Consiglio Ministeriale dell'OSCE

HELSINKI, venerdì, 5 dicembre 2008 (ZENIT.org).- Riportiamo di seguito il testo, diffuso da “L’Osservatore Romano”, dell’intervento pronunciato questo giovedì da monsignor Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati, durante il 16° Consiglio Ministeriale dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE), al quale erano invitati i Ministri degli Affari Esteri dei 56 Stati partecipanti all’organizzazione.

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