Gino, proprio durante la massima espressione del suo lavoro, pieno di attività e frutti meravigliosi, mi racconta d’aver avuto un preoccupante calo di pressione.
Pervaso da una prolungata spossatezza che lo obbligava a stare seduto o a letto, si misura la pressione: bassissima. Steso nel suo letto, pugile suonato, guerriero a riposo, già pensa a come sia possibile mettersi da parte.
Ormai è logico e necessario pensare a come salutare tutte le attività. Dare una sterzata solenne alla propria vita liberandosi dalla tentazione di farla da padrone dei doni di Dio, di abbuffarsi dei frutti abbondanti stando al centro delle attenzioni.
Questo spavento mi rimette in fuga dall’ingordigia del mio io, per correre a ricompormi in tutto e per tutto in Colui che è geloso di me e dei doni che mi ha dato. Dopo pochi giorni passati in questa “dritta” provocata dalla gelosia dell’Innamorato, ora sono di nuovo in salute.
Ritorno a tutte le attività, ma più consapevole della provvisorietà di tutte le cose. La relatività dei doni ricevuti mi spinge a tenermi unito e stretto all’Assoluto.
La mia vita ha avuto un balzo:
Se ho lasciato le creature, ho trovato il Creatore.
Se ho smarrito la memoria del passato, posso vivere in pienezza il presente.
Se non so bene cosa voglio, lascio fare a Lui quello che vuole.
Se non posso più far niente, da servo inutile so fare l’unica cosa necessaria.
Quando mi trovo al buio, amo il prossimo per essere luce in casa.
Perdendo il mio io, ho trovato Dio.
Ciao da p. Andrea
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