MACEIÓ, mercoledì, 11 novembre 2009 (ZENIT.org).- Padre Hidalberto Henrique Guimarães, pugnalato a morte sabato 7 novembre, è il quarto sacerdote assassinato in Brasile in poco meno di cinque mesi.

Il corpo senza vita del presbitero, di 48 anni, è stato rinvenuto con i segni di 18 coltellate e vari colpi alla testa nella sua casa sabato sera, ha reso noto la Conferenza Episcopale brasiliana.

Questo martedì è stato sepolto nel cimitero di San José, nel quartiere di Trapiche da Barra, nella città di Maceió.

La polizia ha arrestato domenica per il crimine due giovani di 16 e 19 anni.

Padre Hidalberto era parroco della chiesa di Nostra Signora della Grazia, nel municipio di Murici, alla periferia di Maceió, come ha ricordato la “Radio Vaticana”.

Era scomparso il 5 novembre dopo aver partecipato a un incontro del clero. Sabato doveva celebrare la Messa nella città di Branquinha. Un amico, preoccupato per la sua assenza, è andato a casa sua, dove ha rinvenuto il corpo senza vita del sacerdote.

Padre Hidalberto aveva ricevuto l'ordinazione sacerdotale nel 1992. Di recente si era laureato in giornalismo. Apprezzava in particolare i fedeli capaci di trovare spiegazioni agli avvenimenti.

L'Arcivescovo di Maceió, monsignor Antonio Muniz, ha dichiarato che “non solo il clero, ma tutta la comunità di Alagoas è sorpresa” dall'accaduto.

Nel 2009, la Chiesa cattolica in Brasile ha perso quattro sacerdoti vittime di omicidi. Il primo, consultore della sezione giovanile della Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile, è stato padre Gisley Azevedo Gomes, 31 anni, assassinato da un gruppo di giovani il 15 giugno a Brazlandia, città satellite di Brasilia.

Il 19 settembre è stato ucciso con un colpo alla testa a Manaus il sacerdote italiano fidei donum Ruggero Ruvoletto, 52 anni.

Il 26 settembre padre Evaldo Martiolo, 33 anni, appartenente alla Diocesi di Caçador, è stato ucciso da un ragazzo di 21 anni e un adolescente di 15 durante un tentativo di furto sfociato in tragedia.

Vietnam: muore un Vescovo testimone della persecuzione

LONG XUYEN, lunedì, 15 giugno 2009 (ZENIT.org).- I cattolici vietnamiti sono in lutto per la morte del loro Vescovo più anziano, mentre continuano a testimoniare la distruzione di quello che il defunto presule si è sforzato di costruire.

Il Vescovo Michael Nguyen Khac Ngu è morto questo mercoledì, meno di un mese dopo aver festeggiato cent’anni di età. E’ stato sacerdote per 75 anni, essendo stato ordinato in Francia nel 1934.

Tutti gli edifici che ha fatto costruire, tranne la Cattedrale, sono stati confiscati dal Governo comunista. I cattolici vietnamiti continuano a lottare con le autorità per riavere le proprietà di cui sono stati privati e gli edifici demoliti.

L’evento più recente ha riguardo il convento della Congregazione dei Fratelli della Sacra Famiglia di Banam a Long Xuyen, demolito la settimana scorsa.

Michael Nguyen Khac Ngu era nato nel nord del Vietnam nel 1909. Era entrato nel Seminario Minore di Santa Teresa, nella Diocesi di Lang Son, nel 1922. Si era poi recato in Francia per proseguire gli studi e lì era stato ordinato sacerdote.

Nel 1954, dopo la conquista del nord da parte dei comunisti e la conseguente persecuzione della Chiesa, aveva condotto i suoi parrocchiani nella zona meridionale del Paese e si era stabilito con loro nella provincia di Long Xuyen, a sud di Saigon.

La regione venne eretta a Diocesi nel 1960 ed egli fu nominato primo Vescovo. All’epoca c’erano 20.000 cattolici; oggi sono 240.000, distribuiti in 108 parrocchie e 45 sottoparrocchie, assistite da 240 sacerdoti.

Anche se il Vescovo Nguyen aveva ordinato un coadiutore lo stesso giorno della conquista del sud da parte dei comunisti – 30 aprile 1975 –, non si è ritirato ufficialmente fino al 1997.