Pope Francis at Santa Marta - May 26

PHOTO.VA - OSSERVATORE ROMANO

Vivi come un fico sterile, come un affarista o come un uomo di fede?

Indicando “tre modi di vivere”, il Papa, a Santa Marta, ricorda che la fede autentica, aperta agli altri e al perdono, fa miracoli. Mentre una religiosità egoista e affarista alla fine rende tutti “nevrotici”

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Repetita iuvant, evidentemente… Per il secondo giorno di fila, nella Messa a Santa Marta, Francesco torna a parlare e bacchettare gli “affaristi” del tempio, ovvero coloro che “sfruttano anche il luogo sacro di Dio per fare degli affari”. Nell’omelia di ieri, il Pontefice descriveva infatti tre tipologie di cristiani – “egoisti, affaristi, uomini di fede” – che, a seconda della loro testimonianza o contro-testimonianza, avvicinano la gente a Dio o la allontanano.

Oggi prosegue il discorso e parla di “tre modi di vivere”: da “sterili”, come il fico che non dà frutti; da “egoisti”, come gli affaristi del tempio che pensano solo al proprio tornaconto; come donne e uomini di fede.

“Il fico – afferma il Papa, analizzando uno ad uno questi “stili di vita” – rappresenta la sterilità, cioè una vita sterile, incapace di dare qualsiasi cosa. Una vita che non fruttifica, incapace di fare il bene”. Chi vive così “vive per sé; tranquillo, egoista, non vuole problemi”, “non fa niente per aiutare”, ma vive faticando perché “non le manchi mai niente”. 

Ricordiamo però che “Gesù maledisse l’albero di fico”, proprio per non aver “fatto del suo per dare frutto”, evidenzia il Santo Padre. Il Messia, aggiunge, “condanna la sterilità spirituale, l’egoismo spirituale”, condanna cioè quell’atteggiamento dell'”Io vivo per me, che a me non manchi niente e che gli altri si arrangino!”. Coloro che vivono in questo modo, ammonisce Bergoglio, “alla fine diventano nevrotici, tutti!”.

L’altro modo di vivere è, invece, quello “degli sfruttatori, degli affaristi nel tempio”. Questi – sottolinea il Papa – “sfruttano anche il luogo sacro di Dio per fare degli affari: cambiano le monete, vendono gli animali per il sacrificio, anche fra loro hanno come un sindacato per difendersi. Questo era non solo tollerato, ma anche permesso dai sacerdoti del tempio”. Sono “quelli che fanno della religione un affare”.

Anche per costoro “Gesù non risparmia le parole”: “La mia casa sarà chiamata casa di preghiera. Voi, invece, ne avete fatto un covo di ladri!”, grida fuori dal tempio. Era davvero “un covo di ladri”, rimarca il Papa, “la gente che andava in pellegrinaggio lì a chiedere la benedizione del Signore, a fare un sacrificio: lì, quella gente era sfruttata! I sacerdoti lì non insegnavano a pregare, non davano loro la catechesi…  Pagate, entrate… Facevano i riti, vuoti, senza pietà…”. “Non so – osserva il Pontefice – se ci farà bene pensare se da noi accade qualcosa del genere in qualche posto. Non so? È utilizzare le cose di Dio per il proprio profitto”.

Esiste, per fortuna, un terzo modo di vivere che è “la vita di fede”, dice il Santo Padre. La vita, cioè, che indica Gesù e “che fa miracoli”: “’Abbiate fede in Dio. Se uno dicesse a questo monte ‘levati e gettati nel mare’, senza dubitare in cuor suo, ma credendo che quanto dice avviene, ciò avverrà. Tutto quello che chiederete nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi accadrà’. Accadrà proprio quello che noi con fede chiediamo”.

“Lo stile di vita della fede”, spiega ancora Papa Francesco, è dire: “Padre, cosa devo fare per questo?”; “Ma chiedilo al Signore, che ti aiuti a fare cose buone, ma con fede”. C’è solo una condizione: “quando voi vi metterete a pregare chiedendo questo, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate. È l’unica condizione – rimarca Bergoglio – perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni voi, le vostre colpe’”.

Allora, conclude, sarà bene chiedere oggi al Signore “che ci insegni questo stile di vita di fede e che ci aiuti a non cadere mai, a noi, ad ognuno di noi, alla Chiesa, nella sterilità e nell’affarismo”.

 
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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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