Cardinal Angelo Bagnasco

Conferenza Episcopale Italiana

Unioni civili. Bagnasco: "Equiparare famiglia ad altre forme è contro esperienza umana"

Il cardinale commenta la legge che, secondo Renzi, sarà alla Camera dei Deputati per l’approvazione definitiva entro il 12 maggio. Una riflessione anche su Europa e Brennero

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“La famiglia fondata sul matrimonio, come la costituzione italiana prevede, è quella di un uomo e una donna, aperti alla vita, all’amore, alla generazione. Questo è il fondamento della società civile. L’esperienza universale ci dice questo. Indebolire la famiglia, metterla sullo stesso piano di altre forme, altre unioni, è contrario all’identità non solo di popolo, ma anche all’esperienza umana”. È una posizione netta quella che esprime il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, a margine della conferenza stampa della presidenza del Ccee, il Consiglio delle Conferenze Episcopali europee in visita a Roma.
Interpellato da ZENIT e da altri colleghi della stampa, il porporato fa il punto sulla legge sulle unioni civili che, a detta del premier Matteo Renzi, sarà alla Camera dei Deputati per l’approvazione definitiva entro il 12 maggio con il ricorso ad un voto di fiducia. “Senza il nucleo della famiglia, con l’incontro delle generazioni e dei generi, quindi con la molteplicità di apporti non c’è vera educazione, non soltanto da un punto di vista religioso, ma anche civile, sociale, umano”, afferma Bagnasco.
La famiglia, prosegue, “è la prima scuola di socializzazione, dove si impara continuamente ad ascoltarsi a vicenda, a cercare di capirsi, ad avere il passo degli altri, ad aiutarsi vicendevolmente, avere il senso del dovere, del sacrificio. Fuori da questo, tutto il resto è un’altra cosa. D’altra parte, al contempo, i diritti individuali che ognuno rivendica sono ampiamente assicurati dall’attuale ordinamento”.
Tra l’altro “l’unico punto di differenziazione previsto ad oggi dalla legge” tra famiglia e unioni civili “è l’assenza di fedeltà. Non c’è l’obbligo di fedeltà. Mi chiedo se questo è il discrimine”, osserva l’arcivescovo di Genova. E sul tema delle adozioni afferma: “Mi sembra che la possibilità sia stata stracciata. Speriamo che l’argomento non rientri attraverso altri modi. Sarebbe un’ipocrisia”.

Ampliando lo sguardo all’Europa e alle diverse problematiche che oggi la caratterizzano, a cominciare dalla questione del fenomeno migratorio e dalle barriere poste da alcuni paesi, il cardinale sottolinea che “l’Europa è la prima a non volersi bene, la prima a mio parere che manca di senso di appartenenza a se stessa, alla propria cultura, alle proprie tradizioni e radici per usare quella parola ormai consumata. Dovrebbe volersi più bene e nel farlo anche i fili spinati si sciolgono. Con intelligenza naturalmente”.
Sulla questione del Brennero, la frontiera italo-austriaca dove è previsto un recinto di 370 metri, Bagnasco invece dichiara: “Io credo che la cosa non si sclerotizzi affatto. Magari sono reazioni che ci possono essere in un primo momento, ci sono paure, timori, più o meno motivati. Penso, spero, che poi le cose si sciolgano, si intendano per il meglio dopo una prima reazione emotiva. Italia, finora, ha comunque ha dato l’esempio”.
Davanti a queste sfide, il presidente dei vescovi italiani ribadisce che “missione della Chiesa, dei pastori, come ricorda il Concilio, è di annunciare Gesù Cristo e di formare le coscienze a partire dalla persona di Cristo e dai valori del Vangelo. Non certo di dare indicazioni di tipo più politico in senso pratico, concreto, decisioni operative”. “Questo non è compito nostro”, rimarca Bagnasco, un compito “assolutamente unitario”; poi “i singoli governi prendono le decisioni sulla cosa pubblica come meglio ritengono”.
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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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