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Servi inutili

Meditazione della Parola di Dio di giovedì 10 novembre 2016 – XXXII settimana del Tempo Ordinario

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Lettura
La vanagloria, il vantarsi, è sempre segno di un uomo piccino. Questi si crede più grande di quello che è perché si misura con ciò che sta sotto di lui. Se guardasse in alto scoprirebbe con dolore la sua piccolezza e la vanagloria non avrebbe motivo di esistere. Questo è anche il segno di un uomo miope che non guarda al futuro quando, dopo la sua morte, nessuno si ricorderà di lui. È anche il segno di un uomo ottuso. L’uomo non ha nulla da sé, ma tutto da Dio.
Meditazione
Ma la cosa più folle è la vanagloria in campo religioso. Religioso significa unito a Dio. Ma l’uomo unito a Dio sa che la sua unione con il Signore viene da Dio non da se stesso. La religione parte dall’alto e va verso il basso e non dal basso verso l’alto. «Tutto è grazia», scriveva G. Bernanos nel suo Diario di un curato di campagna. Anche la nostra opera è grazia. Gesù dice: «Senza di me non potete far nulla». Sant’Agostino, nella catechesi ai suoi fedeli, osservava: «Gesù non ha detto che possiamo fare qualcosa; ha detto invece che non possiamo fare nessuna opera buona». Se dunque l’uomo fa il bene, lo deve solamente a Dio. Perciò Gesù dice: “Voi siete servi”. E aggiunge: «inutili». In nessun luogo e in nessun tempo facciamo la volontà di Dio in modo esatto e perfetto. Restiamo sempre al di sotto del compito, eseguiamo la missione sempre in modo insoddisfacente, dobbiamo registrare sempre un buon numero di colpi sbagliati. Il bilancio dunque è sempre passivo. Chi si crede utile davanti a Dio e si immagina di essere qualcosa, religiosamente, non ha la minima idea di ciò che è la vera religione. Le due componenti, la grazia e la risposta umana, non sono sullo stesso piano; la grazia previene sempre la risposta dell’uomo. I santi hanno una idea grande di Dio. Perciò si considerano servi inutili. Ma questo non ci deve deprimere: dobbiamo essere consapevoli che il rapporto tra noi e Dio non avviene sullo stesso piano. Dio è il nostro creatore, ci ha donato se stesso e noi lo dobbiamo accogliere e fare sempre la sua volontà. Alcuni pensano alla religione come un dare per ricevere e se non ottengono quello che chiedono portano il broncio a Dio. L’atteggiamento giusto verso il Signore è fare sempre la sua volontà anche quando bussa alla porta del nostro cuore con la sofferenza e la tribolazione.
Preghiera
«Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode. Io mi glorio nel Signore. I poveri ascoltino e si rallegrino. […] Questo povero grida e il Signore lo ascolta, lo salva da tutte le sue angosce» (Salmo 34, 2-3.7).
Agire
Ripensiamo spesso durante la giornata alle parole di Gesù: «Siamo servi inutili». Ciò nonostante, il Signore vuole la nostra collaborazione perché, attraverso anche la testimonianza, sia conosciuto e amato.
*

Meditazione del giorno a cura di mons. Michele De Rosa, Vescovo di Cerreto Sannita – Telese – Sant’Agata de’ Goti, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione diEdizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it
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ZENIT Staff

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