Quello contro le unioni civili è un fronte trasversale. Fuorviante ricorrere alla vetusta dicotomia sinistra/destra per individuare i favorevoli e i contrari all’introduzione di questo nuovo istituto simil-matrimonio.
A testimoniarlo è Marco Rizzo, torinese doc, che si definisce orgogliosamente comunista. Ha alle spalle una lunga carriera politica a forti tinte rosse, che lo ha visto peregrinare dal Pci ai Comunisti Italiani, passando per Rifondazione Comunista. Oggi è il segretario del Partito Comunista (fondato da lui stesso nel 2014) e candidato sindaco a Torino.
Il suo disappunto nei confronti delle unioni civili è quello di chi è allievo del filoso Herbert Marcuse e della sua teoria dei “falsi bisogni”. Ritiene che il ddl Cirinnà sia un’esigenza artificiale, creata appositamente per distogliere le attenzioni del popolo dai problemi reali che lo affliggono (i salari, il lavoro, le pensioni). Pertanto, come spiega nell’intervista che segue, non esita a definire questo testo “un arma di distrazione di massa”.
***
Segretario, qual è il suo parere sul ddl Cirinnà?
Questa legge è un po’ il paradigma della sinistra europea, nella quale io non mi riconosco affatto. L’esempio concreto è la Grecia di Tsipras, dove vengono tagliate le pensioni, viene ridimensionata l’assistenza sanitaria, aumentano i meccanismi di sfruttamento, si cancella lo stato sociale. Vengono accolte dunque tutte le richieste delle strutture di comando vere – Fmi, Bce e Ue – ma al contempo vengono approvate le unioni civili. Insomma, si fa grande propaganda intorno a queste concessioni superflue mentre si perpetra un vero e proprio massacro sociale. La sinistra è oggi una costola del capitalismo, che crea false esigenze e contrapposizioni ingannevoli: il problema non è tra omosessuale ed eterosessuale, bensì tra gay povero e gay ricco. Quest’ultimo rimane un privilegiato alle spalle del primo.
Ha parlato della Grecia. Ha il sentore che anche in Italia, mentre si tenta di approvare le unioni civili, stanno per essere adottate misure ai danni dei lavoratori?
È più di un sentore personale. Nelle scorse ore si è parlato di un disegno di legge delega del Governo che andrebbe ad incidere sul diritto alla pensione di reversibilità. Mia madre, che ha 88 anni e vive con la sua pensione sociale e con la reversibilità di mio padre che era operaio, arriva a stento a ricevere 800 euro al mese. Di fronte a realtà del genere, come posso reagire al fatto che Nichi Vendola se ne va Oltreoceano a comprarsi un figlio? Lui che è ricco potrà continuare a concedersi simili lussi, mentre le donne proletarie d’Italia dovranno rinunciare anche al diritto alla reversibilità.
Il ministro dell’Economia Padoan ha tuttavia garantito nelle scorse ore che non sono previsti interventi sulla reversibilità…
Mai fidarsi di queste smentite. Se andiamo a ritroso nel tempo, negli anni ’90 si diceva che mai sarebbe stato introdotto il sistema contributivo e che sarebbero stati fatti solo degli aggiustamenti. Ebbene, oggi siamo al sistema contributivo delle pensioni. Queste dichiarazioni sono dei grimaldelli: se ne inizia a parlare, così le persone si abituano a convivere con l’idea, e poi certe misure vengono attuate concretamente provocando un massacro sociale.
Prima ha fatto riferimento all’utero in affitto. Ultimamente è stata firmata una Carta per l’abolizione universale di questa pratica. Hanno aderito anche gruppi della galassia femminista e comunista, qual è il suo parere?
Si tratta di una mercificazione. Già l’idea di “comprarsi” un bimbo, per giunta sottraendolo alla donna che lo porta in grembo per nove mesi, mi sembra una follia. Ma la questione è ancora più grave se si pensa che alcune coppie persino scelgono le caratteristiche fisiche del bambino: il colore degli occhi, dei capelli, l’altezza… Così si arriva all’eugenetica, alle teorie del dottor Mengele. Trovo tutto ciò abominevole prima ancora che una forma di sfruttamento del ricco sul povero.
Ne ha fatto accenno prima. Non è ancora confermata, ma circola voce che anche il suo ex compagno di partito Nichi Vendola starebbe aspettando un bambino da una madre surrogata in Canada o forse in California…
Il problema è che un tempo in tanti si dichiaravano comunisti, ma evidentemente non lo erano. Quando il comunismo era di moda, offriva seggi parlamentari e vetrine mediatiche, parecchi brandivano bandiere rosse e alzavano i pugni chiusi. Oggi che il comunismo non tira più dal punto di vista elettorale, sono rimasto io da solo…
Ha sorpreso l’opposizione del M5S al cosiddetto “super-canguro” e il conseguente rinvio della discussione sul ddl Cirinnà. Secondo lei come andrà a finire?
Al di là di queste beghe sui voti, il M5S è solo un attore del teatro della politica. Con la forza parlamentare che possiede, se davvero fosse una voce contro il sistema, gli obiettivi dovrebbero essere ben altri che non lo stare a disquisire sulle unioni civili. Un tempo i poteri forti costruivano il consenso erogando risorse al popolo (penso ad esempio al “piano Marshall” degli americani all’inizio della guerra fredda). Oggi, dato che le ricchezze si concentrano sempre più nelle mani di pochi, i poteri forti non hanno più risorse da erogare, pertanto si generano proteste. Ecco allora che i poteri forti hanno pensato di indirizzare queste proteste verso contenitori politici che urlano tanto ma che non vogliono cambiare il sistema. Penso a Podemos in Spagna, a Syriza in Grecia e, appunto, al M5S in Italia: sbraitano per le unioni civili e assistono passivi al dominio del capitale.
Marco Rizzo - http://ilpartitocomunista.it/foto-congresso-partito-comunista/
Rizzo, il comunista che reputa le unioni civili "un'arma di distrazione di massa"
Il segretario del Partito Comunista ritiene queste leggi un mezzo per distogliere l’attenzione dal massacro sociale ai danni dei lavoratori. E sull’utero in affitto: “Una mercificazione con l’eugenetica di sfondo”