Pronto, a Mestre, il nuovo dipinto di Kiko Argüello

L’opera, unica nel suo genere in tutto il Nord Italia, sarà inaugurata dal Patriarca Moraglia domenica 16 marzo

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120 mq di superficie, per 40 metri di lunghezza e 3 di altezza. Sono le misure dell’imponente dipinto realizzato da Kiko Argüello, pittore e iniziatore del Cammino neocatecumenale, terminato in questi giorni nella chiesa di S. Giovanni Evangelista, in via Rielta a Mestre.

L’affresco, unico non solo nel Veneto ma in tutto il Nord Italia per grandezza, valore artistico e significati teologici-pastorali, sarà inaugurato, domenica 16 marzo, dal Patriarca Francesco Moraglia, alla presenza di alcuni degli artisti che hanno collaborato con Kiko per la realizzazione. 

Si tratta di un ciclo di 13 icone di grande formato, una “corona misterica” che ripete il modello di quella realizzata, sempre da Argüello, nella Cattedrale di Madrid, in Spagna. L’opera fonde con gusto contemporaneo la tradizione orientale con l’innovazione portata nella pittura dal cubismo, ed è stata portata a compimento grazie all’aiuto di una squadra formata da nove pittori provenienti da ogni parte del mondo, che ha lavorato nei mesi scorsi nella chiesa mestrina utilizzando i materiali della tradizione: pigmenti naturali, foglie d’oro e calce romana. Non si tratta, dunque, di un affresco che ha solo scopi decorativi, ma – come spiegano in parrocchia – “è una forma di evangelizzazione perché spinge la gente a entrare in chiesa; per trasmettere poi una catechesi fatta per immagini”.

Nell’imponente affresco è rappresentata una “corona misterica”, ovvero un ciclo che raffigura i principali misteri della vita di Cristo e della Chiesa, fissati nelle principali feste liturgiche. Le prime sei scene, a sinistra, raccontano l’Annunciazione, il Natale, il Battesimo di Gesù, l’entrata in Gerusalemme, l’ultima cena, la crocifissione; al centro campeggia il Cristo pantocrator; le sei icone a destra hanno per tema la deposizione dalla croce, la discesa agli inferi, la tomba vuota, l’Ascensione, la Pentecoste e la Dormitio Mariae. Opere di questo tipo attirano un “turismo religioso” di una certa importanza: lo si è sperimentato in occasione di simili realizzazioni a Firenze, Perugia, Piacenza, Macerata. (S.C.)

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ZENIT Staff

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