Prosegue la visita del cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin, nella ex Repubblica Jugoslava di Macedonia. Nel tardo pomeriggio di ieri, il porporato ha celebrato nella cattedrale del Sacro Cuore di Gesù la messa nella vigilia della solennità di san Giuseppe.
Durante l’omelia – riportata in stralci da L’Osservatore Romano – ha dapprima rievocato la “nota devozione di Papa Francesco nei confronti” dello Sposo di Maria, a cui “si ispira quotidianamente nel suo ministero di Pastore universale”; poi ha approfondito il “dramma” del patrono universale della Chiesa, “così profondamente umano, nel quale venne a trovarsi per la misteriosa maternità di Maria, nei cui riguardi egli aveva abbozzato dei progetti umani, del tutto equanimi”.
La sua grandezza – ha detto Parolin – sta nel fatto che pur interrogandosi davanti al mistero, egli “non cede alla tentazione del dubbio”. La vita di tutti i credenti “è visitata da un mistero”, ha aggiunto, tutti “abbiamo molto da apprendere dall’esempio di fede di san Giuseppe”.
San Giuseppe, infatti, “insegna a fidarci di Dio, piuttosto che seguire le nostre incertezze o credere alle nostre pur legittime ragioni, come se lui non esistesse”. Del resto, ha osservato il cardinale, “molti Paesi della parte orientale del continente europeo hanno conosciuto che cosa significhi pianificare l’esistenza dell’uomo mettendo da parte Dio, con conseguenze gravi per l’uomo stesso e per la sua dignità di persona”, al punto che “la fosca esperienza del recente passato è presente nella memoria di molti di voi”.
Tuttavia, “nelle prove subite lungo la storia vi ha sostenuto la vostra fedeltà a Cristo e l’unione alla sua passione redentrice”. Perciò, ha affermato Parolin, occorre “essere cattolici convinti, cattolici fermi e buoni, aperti e generosi, veri membri della Chiesa che si caratterizzano dall’amore a Cristo crocifisso e risorto e dalla dilezione scambievole”.
Il modello sono naturalmente i santi, in particolare per la ex Repubblica Jugoslava di Macedonia, i fratelli Cirillo e Metodio, oggi patroni d’Europa; san Naum e san Clemente d’Ocrida, dei quali ricorrono i 1100 anni della morte, e la beata Teresa di Calcutta, nata e cresciuta in questa città, che il prossimo 4 settembre verrà proclamata Santa.
Elogiando proprio le opere della comunità cattolica locale, il Segretario di Stato ne ha messo in luce la vitalità e il dinamismo, così come l’impegno “a mantenere l’unità nella diversità, nella mutua concordia e nel reciproco rispetto, nel dialogo ecumenico e interreligioso”. Quindi ha esortato i fedeli a essere “ispiratori, in questa società, di una comune missione da compiere per l’edificazione di una nazione moralmente matura, aperta e tollerante, sollecita nel manifestare solidarietà a coloro che si trovano nel bisogno”.
“La speranza che voi potete offrire al consorzio civile, attraverso la concordia dei vostri sforzi, consiste nel testimoniare quell’armonia che tutti i popoli cercano, consapevoli che la vittoria duratura su ogni antagonismo passa attraverso la conversione morale e il cambiamento del cuore”, ha detto il porporato. E ha concluso rammentando che “a questo ideale di armonia può molto contribuire quel ricco patrimonio spirituale che segna le tradizioni religiose di questo Paese”.