Daily meditation on the Gospel

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Misericordiosi come il Padre — Meditazione quotidiana

Meditazione della Parola di Dio di Lunedì 13 Marzo 2017

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Lettura
In precedenza Gesù aveva parlato diffusamente dell’amore per i nemici (Lc 6,27-35). Tuttavia, il Vangelo si può vivere in modo legalistico, come repressione del desiderio di vendetta; c’è invece chi sceglie la grazia, cioè chi decide di stare tutto dalla parte di Gesù. Egli ha come criterio di comportamento il Padre. Diversamente da Matteo, Luca non visualizza la misericordia del Padre come sole e pioggia su giusti e ingiusti, piuttosto nella relazione diretta di ricompensa con chi, evitando di giudicare e condannare, si dispone a perdonare e a dare. Ad essi il Padre donerà il meglio di Sé.
Meditazione
Il Padre non ci ama per ciò che possediamo, non per ciò che offriamo e nemmeno per ciò che facciamo, perché nulla potremmo senza di Lui. Il Padre ci ama per ciò che siamo. Ma noi non sappiamo chi siamo, non conosciamo ancora il nostro vero nome. Per lasciarsi quindi amare dal Padre e raggiungere il centro della sua misericordia, è necessario entrare in uno spazio aperto, sfuggente al nostro controllo, del quale abbiamo solo qualche intuizione o raffigurazione simbolica, ma nel quale non siamo noi a stabilire le regole. Sarebbe riduttivo interpretare la misura pigiata, scossa e traboccante come premio alla nostra fedeltà: quella ci è già stata versata in anticipo altrimenti non saremmo nemmeno abilitati ad essere e a desiderare, essa è analoga al tesoro in vasi di creta di cui parla Paolo (2Cor 4,7). Abbiamo bisogno di collirio che ci unga gli occhi e ci faccia recuperare la vista (cfr. Ap 3,18) e così riconoscere chi siamo: “casa del Verbo” (Annick de Souzenelle). La tremenda denuncia dei profeti risuona senza attenuanti: «Hanno occhi e non vedono, orecchie e non odono» (cfr. Ger 5,21; Is 6,10). Tuttavia, anche nella nostra condizione di scarsissima visibilità siamo chiamati ad imitare la misericordia del Padre, il suo amore assoluto che prima di riconoscere dignità alla persona ne garantisce la densità, l’integrità. Possiamo farlo in un primo momento sapendo bene ciò che non dobbiamo fare: non giudicare, non condannare, non cercare vendetta o risarcimento. C’è anche un dare ma che riguarda ciò che abbiamo senza purtroppo conoscerlo veramente, almeno finché siamo nella condizione di esuli «prigionieri delle nostre categorie mentali legate al mondo esteriore» (de Souzenelle): la voce del Verbo che crea e sostiene, ma che è confusa nel banale linguaggio collettivo.
Preghiera
Padre che misuri nella misericordia, fedele, benevolo, non sopporti l’ingiustizia e la ribellione; non giudichi e non condanni, tuttavia disperdi il peccato; proviamo vergogna davanti a te, anche se non ci tratti secondo i nostri peccati. Ti renderemo grazie per sempre.
Agire
Prima di perdonare le offese, come indica la quinta opera di misericordia spirituale, cercherò di capire cosa ci sia in me che in qualche modo offenda il fratello.
Meditazione del giorno a cura di don Marco Simbola, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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