Giunge al termine il travagliato viaggio delle 14 vittime di abusi di Ballarat venute a Roma per ascoltare le deposizioni del cardinale George Pell alla Commissione Reale d’inchiesta sui casi di pedofilia in Australia. L’atto finale sarà un eventuale incontro di domattina con Papa Francesco, a cui dicono di aver inviato una lettera scritta a mano (lettera di cui, però – rivelano fonti vaticane – il Pontefice non è neppure a conoscenza).
Oggi intanto il Ballarat Survivors Group ha incontrato a quattr’occhi il prefetto della Segreteria per l’Economia, nell’Hotel Quirinale di Roma, dove si sono svolte le quattro video-audizioni a partire da domenica scorsa. Lo hanno voluto incontrare a tutti i costi: forse per chiedergli giustizia, per cercare di far emergere qualche altro spiraglio di verità, forse per chiarire o rinfacciargli la sua inadempienza durante quegli anni terribili in cui crimini su crimini si sommavano nelle diverse parrocchie e scuole cristiane.
Il risultato dell’incontro è stata una declaratio che il porporato ha letto pubblicamente ai numerosi giornalisti assiepati fuori dall’albergo romano, in cui il ministro delle finanze vaticane conferma: “Ho incontrato una dozzina dei sopravvissuti di Ballarat, le persone che li supportano e i funzionari e ho ascoltato ciascuna delle loro storie e delle loro sofferenze”.
“È stata dura”, ha ammesso il cardinale, ma al contempo “un incontro onesto ed emozionante”. Ha quindi promesso di impegnarsi “a lavorare con queste persone provenienti da Ballarat e dalle zone circostanti. Io conosco molte delle loro famiglie e conosco la bontà di tante persone nella comunità cattolica di Ballarat: una bontà che non si estingue con il male che è stato fatto”.
“Tutti – ha aggiunto Pell – vogliamo far sì che le cose migliorino effettivamente e sul terreno, specialmente per i sopravvissuti e le loro famiglie e voglio continuare a lavorare con efficacia con il gruppo di sopravvissuti, grazie alle agenzie e alle strutture che abbiamo qui come Chiesa di Roma e in particolare alla Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori”.
Ribadendo dunque la sua piena disponibilità ad una cooperazione, il cardinale Pell ha poi aggiunto: “Anche un solo suicidio è troppo, e di tragici suicidi ve ne sono stati tanti. Mi impegno a lavorare con il gruppo di sopravvissuti per porre fine a tutto ciò, in modo che il suicidio non sia più un’opzione per coloro che soffrono”.
“Nonostante la distanza – ha proseguito – vorrei lavorare perché Ballarat possa divenire un modello e un luogo migliore per la guarigione e per la pace. Ora – ha detto il porporato – non dovrei promettere ciò che è impossibile da mantenere, tutti sappiamo quanto sia difficile realizzare le cose vengano fatte, ma voglio che sappiate che sostengo il lavoro di istruttoria per valutare la creazione di un centro di ricerca che incentivi la guarigione e migliori la protezione dei minori”.
Infine il cardinale ha lanciato un appello ai fedeli della diocesi di Ballarat, “noti per la loro lealtà e carità”, affinché “continuino a cooperare con i sopravvissuti per continuare a migliorare la situazione. Ne prendo atto con profonda gratitudine”. Sarebbe “meraviglioso”, ha aggiunto Pell, se la città di Ballarat, centro nevralgico dove si sono registrati casi di pedofilia più che in qualsiasi altra parte del mondo, divenisse “un esempio di sostegno a coloro che sono stati colpiti dalla piaga degli abusi”.
Poco prima che uscisse il prefetto dell’Economia vaticana, Ridsdale aveva annunciato ai giornalisti fuori l’albergo che era stata redatta una declaratio. “Grazie per la vostra pazienza e il vostro sostegno”, ha detto, “abbiamo avuto un incontro estremamente toccante con il cardinale Pell. Siamo in rappresentanza della gente di Ballarat. Pell ha accettato di fare una breve dichiarazione pubblica. Adesso ci andiamo a riposare…. Un’altra cosa: stiamo ancora aspettando ma è allo studio una eventuale visita dal Papa. Saremmo felici se succedesse”.
Lo steso Ridsdale, insieme ad altre due vittime, Peter Blenkiron a Andrew Collins, è stato invitato stamane nella Pontificia Università Gregoriana dal gesuita tedesco Hans Zollner, membro di spicco della Commissione anti-abusi guidata dal card. Sean O’Malley e già direttore del ‘Centro per la protezione dei minori’ (Centre for Child Protection) creato dall’ateneo dei Gesuiti per la prevenzione della pedofilia.
L’incontro è durato dalle 9 alle 11, anche in quell’occasione “abbiamo avuto un dialogo estremamente positivo”, ha spiegato David, “le nostre posizioni sono state ricevute molto bene, abbiamo ricevuto informazioni sui passi avanti” compiuti dalla Commissione per la tutela dei minori. L’incontro dovrebbe ripetersi di nuovo domani, alle 10. A meno che non sia il Papa stesso a voler riceverli prima che si imbarchino sull’aereo che li riporterà definitivamente in Australia, sicuramente più leggeri di come sono arrivati.