Daily meditation on the Gospel

Pixabay CC0 - PD

Le belle pietre

Meditazione della Parola di Dio di martedì 22 novembre 2016 – Memoria di Santa Cecilia, Vergine e Martire

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Lettura
Ritorna questo passo del Vangelo lucano che la liturgia ci ha già proposto domenica 13. È tratto dal capitolo 21 che ci accompagna per tutta la settimana. Nei due capitoli precedenti ci vengono narrati l’ingresso di Gesù a Gerusalemme e la purificazione del Tempio e la reazione dei sommi sacerdoti e degli scribi che «cercavano di farlo perire» (c. 19); e la predicazione nel Tempio con la parabola dei vignaioli omicidi, che gli stessi ascoltarono indignati «avendo capito che l’aveva detta per loro». Il cap. 20 si chiude con le parole di Gesù: «Guardatevi dagli scribi, che vogliono passeggiare in lunghe vesti e si compiacciono di essere salutati nelle piazze, di avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti; divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa».
Meditazione
Il capitolo 21 inizia con Gesù che osserva nel Tempio chi getta offerte nel tesoro e indica nella vedova povera chi «ha messo più di tutti»; e si conclude con l’annotazione: «Durante il giorno insegnava nel tempio… E tutto il popolo di buon mattino andava da lui nel tempio per ascoltarlo». È il capitolo che contiene il lungo discorso di Gesù che prende spunto dalla ammirazione di alcuni per “le belle pietre del tempio e i doni votivi che lo adornavano”; di fronte ad essa Egli dice: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». Si sviluppa a partire di qui l’insegnamento su cui già ci siamo soffermati sottolineando che non il “quando accadrà” interessa, ma come prepararsi a ciò che si profila all’orizzonte. Propongo alla riflessione un passo della Lumen fidei (8-10, passim) di papa Francesco: «La fede ci apre il cammino e accompagna i nostri passi nella storia… Abramo non vede Dio, ma sente la sua voce. In questo modo la fede assume un carattere personale. Dio risulta il Dio di una persona, capace di entrare in contatto con l’uomo e di stabilire con lui un’alleanza. La fede è la risposta a una Parola che interpella personalmente, a un Tu che ci chiama per nome. Ciò che questa Parola dice ad Abramo consiste in una chiamata e in una promessa. È prima di tutto chiamata ad uscire dalla propria terra, invito ad aprirsi a una vita nuova, inizio di un esodo che lo incammina verso un futuro inatteso. La visione che la fede darà ad Abramo sarà sempre congiunta a questo passo in avanti da compiere: la fede “vede” nella misura in cui cammina, in cui entra nello spazio aperto dalla Parola di Dio, capace di aprire al futuro, di illuminare i passi lungo la via».
Preghiera:
È bella, Signore, la vita non perché sempre piacevole, ma perché una promessa fondata sulla risurrezione del tuo Figlio. Ogni giorno che spunta è un bene che nasce sul nostro orizzonte di uomini.
Agire:
Recito oggi la sequenza “Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce”.
***
Meditazione del giorno a cura di mons. Michele De Rosa, Vescovo di Cerreto Sannita – Telese – Sant’Agata de’ Goti, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it
 
 

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione