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Labbra bugiarde e cuore falso

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Mt 7,1-5

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Lettura
Continua il Discorso del Monte. Se le precedenti sezioni erano più strettamente concatenate, ora troviamo una serie di insegnamenti eterogenei, ma tutti orientati al grande tema della vera giustizia, ossia di una vita tutta in Dio. Lo sdegno di Gesù è massimo quando parla dell’ipocrisia, l’aspetto più subdolo e perverso della relazione. Niente di peggio, soprattutto quando i ciechi dicono di vedere (cfr. Gv 9,40).
Meditazione
L’esclamazione di Gesù sul finire del brano – «Ipocrita!» – raggela. La prima e la più severa delle maledizioni di Gesù è questa: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti alla gente; di  fatto non entrate voi e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare» (Mt 23,13). Tanta severità non si registra neppure nei profeti e nei saggi del passato, per quanto avessero condannato l’ambiguità ipocrita delle guide del popolo, “uomini arroganti” dal “cuore falso” per essersi fatti della menzogna un rifugio (cfr. Is 28,14; Sir 1,28-29). La condanna severa di Gesù è soprattutto verso quella parte di Farisei che ostentavano rettitudine, ricerca cavillosa della giustizia, ma in realtà erano privi di verità e col cuore “pieno di rapine e d’iniquità”. Gesù, smascherando la loro doppiezza, fustiga questa falsità, che inquina il mondo delle relazioni, soprattutto di chi ha responsabilità pubbliche di ogni genere. Altrettanta severità è per i dottori della legge, facili a giudicare gli altri, suscettibili come vipere se toccati nei loro misfatti. Farisei e dottori non mancano neppure oggi. Se poi voltiamo gli occhi sugli intellettuali dell’ultima ideologia o sui politici, è facile vedere il modo antitetico con cui si gestiscono le stesse situazioni, pur di avere il consenso della gente. E, dalla gente, tanti inchini e sorrisi per chi è sul carro. Non c’è mondo che si salvi dalla piaga rovinosa dell’ambiguità. Quanti bei documenti si scrivono e quante parole si dicono sulla giustizia, la solidarietà, la fratellanza, l’uguaglianza! Ma non basta proclamarli e citarli: la contro-testimonianza, specie da parte di un credente o di un uomo di Chiesa, scandalizza. Quante persone distrutte dall’ipocrisia di chi, assumendo la maschera del perbenismo, giudica e condanna tutto e tutti! Gesù attacca il falso perfezionismo e ci dice di guardare prima il nostro occhio accecato da una trave, di pulire innanzitutto l’interno del nostro piatto, di non fingere sentimenti di circostanza o di convenienza. Anche un buon cristiano rischia di diventare ipocrita. Possiamo dire di essere sempre stati giusti, schietti, sinceri e caritatevoli nei pensieri, nelle parole, nei giudizi? Ipocrisia e crudeltà fanno fremere il Signore.
Preghiera
«Crea in me, o Dio, un cuore puro; rinnova in me uno spirito saldo» (Sal 50,12).
Agire
Evitare di essere superficiali nel giudicare e nell’operare.
Meditazione del giorno a cura mons. Alberto Maria Careggio, vescovo emerito di Ventimiglia – San Remo, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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