Giubileo: dal Papa le ostie realizzate dai carcerati

Il 6 novembre, a San Pietro, Francesco consacrerà le particole realizzate nel penitenziario di Opera nell’ambito del progetto “Il senso del pane”

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Arriveranno a Roma per il Giubileo dei carcerati, assieme a una delegazione del carcere di Opera, i detenuti che nell’istituto penitenziario alle porte di Milano realizzano le “ostie della Misericordia”, in un laboratorio che la Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti ha realizzato in collaborazione con il direttore del carcere, Giacinto Siciliano, che ha permesso, in un anno, di produrre oltre 600 mila particole.
Le ostie vengono donate alle parrocchie che ne fanno richiesta da tutto il mondo con l’obiettivo di porre l’attenzione, come voleva il Concilio Vaticano II, sull’Eucaristia come fonte e culmine della vita della Chiesa. Un progetto che vuole interrogare credenti e non credenti sulla possibilità di redenzione e riscatto per ogni essere umano e che, quindi, intende anche approfondire il dibattito sul tema dell’ergastolo e del “fine pena mai”.

Il Giubileo si svolgerà da sabato 5 novembre a domenica 6. Coinvolgerà delegazioni di detenuti provenienti da tutte le carceri italiane con i loro famigliari, il personale penitenziario, i cappellani e i rappresentanti delle associazioni che offrono assistenza ai detenuti.

Le “ostie della Misericordia” hanno raggiunto oggi tutti i cinque continenti e il progetto “Il senso del pane” coinvolge, attualmente, più di 300 parrocchie in Italia e nel mondo, impegnate a riflettere sull’Eucaristia e a condividere l’esperienza dei tre detenuti coinvolti nell’iniziativa.

Il Santo Padre ha già consacrato le particole nel giorno di Pentecoste e le consacrerà nuovamente alle ore 10 di domenica, durante la Santa Messa. «Il Papa ci ha ricevuti in udienza lo scorso 9 aprile», commenta Giuseppe, uno dei tre detenuti coinvolti.

«È stato un momento di grande gioia e siamo felici di incontrarlo di nuovo, soprattutto perché saremo assieme a tantissime altre persone che, come noi, condividono la realtà del carcere: un posto di pena e di tristezza, ma che può diventare anche un luogo da cui rinasce la speranza e in cui si fa esperienza della Misericordia di Dio. Per noi, grazie al laboratorio “Il senso del pane”, è stato così».

Concorda Arnoldo Mosca Mondadori, responsabile del progetto, che aggiunge: «L’Eucaristia non è nulla di simbolico. È la reale presenza del Cristo che illumina il mondo. Il nostro progetto vuole testimoniare a credenti e non credenti questa meravigliosa verità».

 

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ZENIT Staff

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