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Dio soccorre chi in lui confida

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Mt 6,24-34

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Lettura
Molto si è scritto sulla Provvidenza divina. A titolo esemplificativo, ricordiamo l’opera ascetica di santa Caterina da Siena Dialogo della Divina Provvidenza, come pure le lettere di direzione spirituale e gli stessi opuscoli filosofici del Rosmini, nella sua opera della Teodicea. Lo stesso cinico Voltaire, nella prefazione al suo Dictionnaire philosophique, giustifica l’assenza del termine “Providence” con l’affermare che il dogma della Provvidenza è così evidente, sacro e necessario al bene dell’umanità, che nessuno può onestamente dubitarne: è «une chose démontrée à tous les esprits raisonnables» (“una realtà manifesta a tutti gli spiriti razionali”, ndr).
Meditazione
È più facile osservare gli “effetti” della Provvidenza nella creazione, nella redenzione, nei sacramenti, nel dono della speranza, che parlarne in termini teologici. Dio è Amore e, in quanto tale, la sua sollecitudine per le creature è incontestabile. Dio è Padre, pertanto, non potrebbe dimenticare i propri figli, senza rinnegare se stesso. Gesù, che rivela il Padre, si è dimostrato lui stesso come Dio provvido e ci ha insegnato a guardare in alto… Se qualcuno volesse negare le parole del Vangelo, non avrebbe che da accostarsi ai Santi, le cui vite e opere sono il frutto della Provvidenza. In una lettera del beato A. Rosmini si legge: «Nulla v’ha di più dolce che il sapere con certezza di ragione e di fede, e il tener per fermissimo, che vi è un Dio ottimo, sapientissimo, potentissimo, il quale regola tutte le cose umane e soccorre quelli che in lui si confidano». La fiducia nella Provvidenza apre sulla certezza che «lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza», e che «tutto concorre al bene di coloro che amano Dio» (Rm 8,26.28). Abbandonarsi alla Provvidenza, quindi, porta sempre in noi un sentimento di gioia, di calma, di speranza, anche di fronte ai mali che non hanno umanamente una ragione: è il segreto di tutti i santi. San Luigi Orione, che amava definirsi “il facchino della Divina Provvidenza”, ricordava ai suoi figli: «Siamo “figli della Divina Provvidenza” e non disperiamo, ma anzi confidiamo grandemente in Dio». L’opera di questo campione della carità, come pure quelle delle migliaia e migliaia di altri che la Chiesa venera, sono la migliore testimonianza che “là c’è la Provvidenza”, come il Manzoni fa dire al povero Renzo. Noi la invochiamo sempre per noi stessi, ma spesso dimentichiamo che anche noi dobbiamo essere “Provvidenza” per gli altri: Dio ha bisogno degli uomini.
Preghiera
«In te, Signore Dio, ripongo tutta la mia speranza; in te cerco il mio rifugio; in te rimetto tutte le mie tribolazioni e le mie difficoltà, perché tutto trovo debole e insicuro ciò che io vedo fuori di te» (Imitazione di Cristo).
Agire
Conservare sempre la calma nei pensieri e nelle azioni della giornata.
Meditazione del giorno a cura mons. Alberto Maria Careggio, vescovo emerito di Ventimiglia – San Remo, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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