"Dio non è morto"

La storia di un ragazzo che ritiene un dovere difendere la propria fede…

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Josh, una matricola universitaria, si trova fin dal suo primo giorno in aula di fronte a una sfida: il professore di filosofia Radisson, un ateo convinto, invita tutti gli studenti a scrivere e firmare la frase “Dio è morto”: in questo modo eviterà di perdere tempo, durante le sue lezioni, a trattare questa antica superstizione.
Josh, che è un cristiano evangelico, si rifiuta di sottoscrivere questa dichiarazione; a questo punto il professore lo invita a esprimere le sue idee in brevi interventi durante le sue lezioni e saranno gli stessi studenti della classe a decidere se è valida la tesi del professore o quella di Josh.
Se il ragazzo trova sostegno in un pastore che lo invita a dare testimonianza della sua fede, riceve piena ostilità dalla sua fidanzata che minaccia di lasciarlo se continuerà a perdere tempo con queste sciocchezze, invece di impegnarsi a prendere la laurea al più presto per potersi così sposare….
Il film ha un entusiasmo e un’energia che finiscono per attirare il pubblico e far dimenticare la grossolanità della sceneggiatura
Questo Christian Film suscita sentimenti contrastanti. Sottolinea, attraverso i vari personaggi che compongono il film, la crescente indifferenza su tematiche che riguardano la fede e rende manifesta, senza reticenza, la crescente ostilità che si riscontra oggi nei confronti persone che credono in Dio.
Nel film ciò accade in ambienti universitari (per noi, che viviamo in Italia, resta ancora sconcertante il divieto che ha subito Benedetto XVI di parlare alla Sapienza), dove un professore di filosofia chiede il permesso agli studenti di non perdere tempo a parlare di queste superstizioni, residui del passato e avallare invece la frase di Nietzsche: “Dio è morto”.
In una trama parallela un uomo, interessato solo a costruire la propria carriera, viene a sapere che la sua ragazza è affetta da un cancro incurabile: si tratta di una situazione non conciliabile con il luminoso futuro che si sta costruendo e non esita a lasciarla.
Un ragazzo cinese, che frequenta un’università negli Stati Uniti, viene ostacolato da suo padre manager quando gli confida di essersi avvicinato alla fede cristiana. Sul fronte opposto, un padre mussulmano caccia di casa la figlia quando scopre che questa si sta interessando alla figura di Gesù.
In questo groviglio di storie parallele, il film ha il difetto di presentare personaggi e ambienti in bianco e nero, o con fede ferma o profondamente ostili. La linea narrativa principale è costituita dallo scontro fra il professore di filosofia ateo e lo studente cristiano-evangelico.
Dapprima titubante, accetta la sfida di difendere la sua fede davanti al professore e a tutta la classe perché un pastore evangelico (citando Matteo 10, 32) gli ha ricordato che “Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, io pure lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli.” Il film entra nei dettagli di questo confronto e alle teorie atee di Hawkings vengono contrapposti i versetti della Genesi sulla creazione.
Stranamente a nessuno dei due contendenti viene in mente che non si può dimostrare con evidenza l’esistenza di Dio, così come non si può dimostrare il contrario. Un altro punto debole del film è il fatto che sembra limitarsi all’assioma che solo l’avvicinarsi della morte (nel film sono presenti malati di cancro, di Parkinson, feriti gravi per incidenti d’auto,..) sia in grado di far scaturire una conversione.
Poco credibile se non pretestuoso, il racconto parallelo di due pastori alle prese con un’automobile che si ostina a non partire ma poi, grazie alla loro preghiera fatta con fede, si decide a mettesi in moto.
Nonostante tutti questi difetti, il film manifesta una insolita energia, rende manifesto un sincero entusiasmo per la fede, anche perché molti attori recitano se stessi (è il caso dei componenti del complesso christian rock:  Newboys e di Willie Roberston, un magnate americano che compare spesso alla televisione per parlare di fede).
E al di là delle molte e meritate critiche, conta molto anche il successo di pubblico: a metà 2014 il film aveva già incassato 64 miliardi di dollari a fronte di un budget di 2 miliardi. Le conclusioni sono chiare: c’è un grande bisogno di film che parlano di fede. Bisogna solo insistere per farne di migliori.
Il film è disponibile in DVD in lingua inglese
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Titolo Originale: God’s not Dead
Paese: USA
Anno: 2014
Regia: Harold Cronk
Sceneggiatura: Cary Solomon, Chuck Konzelman
Produzione: Pure Flix Entertainment, Red Entertainment Group
Durata: 93
Interpreti: Kevin Sorbo, Shane Harper, David A. R. White, Dean Cain, Newsboys, Willie Robertson, Korie Robertson
Per ogni approfondimento http://www.familycinematv.it/

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Franco Olearo

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