Pixabay CC0 - kloxklox_com, Public domain

Dacci sempre questo pane

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Gv 6,30-35

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Lettura
Nel Vangelo che abbiamo meditato ieri la gente domandava a Gesù: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?», lasciando trapelare un’apertura di cuore umile e disponibile al cambiamento di mentalità. Nel passo proposto quest’oggi, invece, la stessa folla pone una nuova domanda a Cristo: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai?». Dopo il segno eloquente della moltiplicazione dei pani e dei pesci, questa domanda rivela l’incomprensione profonda che domina il cuore dell’uomo, l’incapacità resistente a risalire dal dono al Donatore.
Meditazione
Gesù è il segno inviato da Dio Padre per indicare all’umanità la Via, la Verità e la Vita. La lotta tra la luce e le tenebre che si alterna lungo tutto il Vangelo di Giovanni si manifesta anche in questi versetti con il contrasto a tinte forti causato da molte zone oscure. La folla rimane legata al passato, la sua capacità di fare memoria non serve a nulla se non riesce ad attualizzare gli eventi della storia biblica leggendoli al presente, se si ferma alla storia cronologica e non approda a quella salvifica. Gesù, allora, spiega che Mosè è stato solo un mediatore tra Dio e il popolo d’Israele, ma non è stato lui a donare il pane del cielo. Il Donatore è il Dio che Gesù chiama Padre mio, Colui che dona non solo un cibo che si consuma, ma compie la Promessa fatta ai Padri di offrire la vita stessa del Figlio suo. Passo dopo passo, Gesù si rivela sempre più esplicitamente, dall’ombra dell’incomprensibile Egli, la Luce, si fa visibile affermando: «il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». Gesù sta conducendo la folla verso una nuova libertà, come Mosè aveva condotto il popolo di Dio fuori dalla schiavitù d’Egitto. Davanti a questa rivelazione, la folla esclama: «Signore, dacci sempre questo pane», un’invocazione bellissima che dovremmo ripetere spesso anche noi. A questo punto, la Luce illumina tutto l’orizzonte svelandosi: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!». Una parola inaudita sconvolge la coscienza della gente: Gesù si è appena presentato come nutrimento, come cibo; ha appena affermato: “mangiate di me!”. Sentiamoci tra questa folla, partecipiamo anche noi del fascino e del turbamento provocati dalla rivelazione di Cristo.
Preghiera
Signore, dammi sempre questo Pane che mi libera dalla zavorra del passato mettendomi sulla via dell’essenziale. Togli da me la fame e la sete delle cose futili e riempimi della tua pienezza senza fine. Illumina il mio cuore affinché creda in te e, sorretto dal tuo Spirito, compia le opere del Padre.
Agire
Verifico cosa nutre realmente la mia giornata, a quali preoccupazioni lego il mio cuore, quanto sono capace di riconoscere in Gesù il vero nutrimento che sostiene la mia esistenza.
Meditazione del giorno a cura di monsignor Francesco Giovanni Brugnaro, Arcivescovo di Camerino – San Severino Marche, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione