Santo Rosario, Fatima, 12 maggio 2017 - Foto © PHOTO.VA - OSSERVATORE ROMANO

“Con Maria, segno e sacramento della misericordia di Dio”

Francesco alla recita del Rosario

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Dopo il primo ed emozionante momento di preghiera del pomeriggio, il Papa si è nuovamente recato alla Cappellina delle Apparizioni del Santuario di “Nostra Signora di Fatima” dove ha avuto luogo il rito della Benedizione delle candele che ha preceduto la recita del Santo Rosario.
Dopo un momento di preghiera silenziosa, Francesco ha benedetto le candele. Quindi, dopo aver acceso la sua candela al Cero Pasquale, segno visibile di Cristo Risorto, ha salutato i fedeli presenti. Saluto che ha introdotto alla recita del Santo Rosario.
Francesco dopo aver definito i fedeli presenti “pellegrini di Maria e con Maria” ha ringraziato per l’accoglienza ricevuta in questo pellegrinaggio “vissuto nella speranza e nella pace”.
Il Papa assicura che, in questo suo diciannovesimo viaggio apostolico, porta “tutti nel cuore” perchè affidati a lui da Gesù e atutti rivolge il suo abbraccio, soprattutto, come ha insegnato Maria nell’apparizione dell’ottobre del 1917, a “quelli che più ne hanno bisogno” e sui quali, sempre per intercessione di Maria, il Papa invoca la benedizione del Signore.
Nella sua preghiera il Papa non dimentica nessuno: i “diseredati e infelici ai quali è stato rubato il presente”, gli “esclusi e abbandonati ai quali è negato il futuro”, “orfani e vittime” ai quali viene tolto anche il passato. Su tutti questi il Papa chiede che possa scendere la “ benedizione di Dio incarnata in Gesù Cristo”, citando anche un passo del libro dei Numeri: «Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace» (Nm 6,24-26).
Questa benedizione, continua il Santo Padre, “ si è adempiuta pienamente nella Vergine Maria” perchè è stata l’unica a veder “splendere il volto di Dio su di sè”. Lei che “ha dato un volto umano” a Dio. Volto che possiamo contemplare nei misteri del Santo Rosario, dice il Papa.
Il Papa continua nel rimarcare come “Cristo e Maria” ci tengono uniti a Dio e citando un discorso di Paolo VI dice: «se vogliamo essere cristiani, dobbiamo essere mariani, cioè dobbiamo riconoscere il rapporto essenziale, vitale e provvidenziale che unisce la Madonna a Gesù, e che apre a noi la via che a Lui ci conduce».
La recita del Rosario ci aiuta, dice il Papa, a riprendere la via del Vangelo nella nostra vita e ci rende, quindi, “pellegrini con Maria”.
“Chi è Maria?”, chiede il Papa: “una Maestra di vita spirituale” o una “Signora irraggiungibile”; la “Benedetta” che a tutto ha creduto o una “Santina” alla quale chiedere favori; la Donna del Vangelo o “una Maria migliore del Cristo”.
È ingiusto, sottolinea il Papa, considerare un Dio punitore senza “anteporre” a questo un Dio msericordioso. Bisogna sempre considerare che “il giudizio di Dio sarà sempre fatto alla luce della sua misericordia”.
Una misericordia che però “non nega la giustizia” perchè Cristo “ha preso su di Sé le conseguenze del nostro peccato insieme al dovuto castigo”, “ha pagato per noi sulla Croce”, liberandoci dal peccato per amore e chi è amato deve mettere “da parte ogni forma di paura e timore”.
Citando poi la sua esortazione apostolica Evangeli Gaudium, al numero 288, ha detto: «Ogni volta che guardiamo a Maria torniamo a credere nella forza rivoluzionaria della tenerezza e dell’affetto. In Lei vediamo che l’umiltà e la tenerezza non sono virtù dei deboli ma dei forti, che non hanno bisogno di maltrattare gli altri per sentirsi importanti. […] Questa dinamica di giustizia e di tenerezza, di contemplazione e di cammino verso gli altri, è ciò che fa di Lei un modello ecclesiale per l’evangelizzazione».
Francesco augura ad “ognuno di noi” di diventare, con Maria, “segno e sacramento” del Dio Misericordioso.
Il Santo Padre ha concluso il suo saluto con una preghiera, dicendo: “Presi per mano della Vergine Madre e sotto il suo sguardo, possiamo cantare con gioia le misericordie del Signore. Possiamo dire: La mia anima canta per Te, Signore! La misericordia, che ha avuto verso tutti i tuoi santi e verso l’intero popolo fedele, è arrivata anche a me. A causa dell’orgoglio del mio cuore, ho vissuto distratto dietro le mie ambizioni e i miei interessi, senza riuscire però a occupare alcun trono, o Signore! L’unica possibilità di esaltazione che ho è questa: che la tua Madre mi prenda in braccio, mi copra con il suo mantello e mi collochi accanto al tuo Cuore. E così sia”.
La recita del Santo Rosario, in particolare sono stati meditati i Misteri Gaudiosi, è stata così articolata: ogni decina è stata recitata in una doppia lingua, con il Gloria Patri cantato in latino ed ogni mistero intervallato dall’antifona “Ave Theotokhos”. Il primo mistero è stato recitato in portoghese e arabo, il secondo in spagnolo e ucraino, il terzo in italiano e coreano, il quarto in inglese e francese, il quinto in tedesco e polacco.
Al termine del Rosario, il santo Padre, è rientrato in auto alla Casa “Nossa Senhora do Carmo” dove alloggerà per la notte, in attesa degli altri impegni di domani.
Cliccare qui per leggere il testo completo del saluto del Papa.

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Giuseppe Cesareo

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