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Vocazioni, Papa: "Non farsi disorientare da sollecitazioni esterne"

Francesco riceve i partecipanti al convegno dell’Ufficio CEI per la Pastorale vocazionale, sul tema “Alzati, va’ e non temere”

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“Per essere credibili ed entrare in sintonia con i giovani, occorre privilegiare la via dell’ascolto, il saper ‘perdere tempo’ nell’accogliere le loro domande e i loro desideri”.È la raccomandazione che Papa Francesco rivolge ai circa 800 partecipanti al convegno promosso dall’Ufficio nazionale per la Pastorale delle vocazioni della Conferenza Episcopale italiana, sul tema ‘Alzati, va’ e non temere. Vocazioni e Santità: io sono una missione’. Francesco li ha ricevuti in udienza stamani, in Aula Paolo VI, al termine del loro incontro durato tre giorni a Roma.
Nel discorso consegnato, il Pontefice ha detto: “La vostra testimonianza sarà tanto più persuasiva se, con gioia e verità, saprete raccontare la bellezza, lo stupore e la meraviglia dell’essere innamorati di Dio, uomini e donne che vivono con gratitudine la loro scelta di vita per aiutare altri a lasciare una impronta inedita e originale nella storia. Ciò richiede di non essere disorientati dalle sollecitazioni esteriori, ma di affidarci alla misericordia e alla tenerezza del Signore ravvivando la fedeltà delle nostre scelte e la freschezza del ‘primo amore’”.
Secondo Papa Bergoglio, “la priorità dell’annuncio vocazionale non è l’efficienza di quanto facciamo, ma piuttosto l’attenzione privilegiata alla vigilanza e al discernimento. È avere uno sguardo capace di scorgere la positività negli eventi umani e spirituali che incontriamo; un cuore stupito e grato di fronte ai doni che le persone portano in sé, mettendo in luce le potenzialità più dei limiti, il presente e il futuro in continuità col passato”.
Dunque oggi, ha sottolineato il Papa, “c’è bisogno di una pastorale vocazionale dagli orizzonti ampi e dal respiro di comunione; capace di leggere con coraggio la realtà così com’è con le fatiche e le resistenze, riconoscendo i segni di generosità e di bellezza del cuore umano. C’è l’urgenza di riportare dentro alle comunità cristiane una nuova “cultura vocazionale’”.
Francesco si è soffermato poi sul tema scelto dalla CEI, che – ha detto – “ci aiuta a fare memoria di molte storie di vocazione, in cui il Signore invita i chiamati ad uscire da sé per essere dono per gli altri; ad essi affida una missione e li rassicura: «Non temere, perché io sono con te». Questa sua benedizione si fa incoraggiamento costante e appassionato per poter andare oltre le paure che rinchiudono in sé stessi e paralizzano ogni desiderio di bene”.
“È bello sapere che il Signore si fa carico delle nostre fragilità, ci rimette in piedi per ritrovare, giorno dopo giorno, l’infinita pazienza di ricominciare”, ha evidenziato il Papa. “Sentiamoci sospinti dallo Spirito Santo a individuare con coraggio strade nuove nell’annuncio del Vangelo della vocazione; per essere uomini e donne che, come sentinelle, sanno cogliere le striature di luce di un’alba nuova, in una rinnovata esperienza di fede e di passione per la Chiesa e per il Regno di Dio. Ci spinga lo Spirito – è dunque la sua esortazione conclusiva – a essere capaci di una pazienza amorevole, che non teme le inevitabili lentezze e resistenze del cuore umano”.
 

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ZENIT Staff

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