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I pomodori di Franco

Gesù ci ricorda: “Chi rimane legato a me e vive immerso nel mio sole non solo non morrà, ma farà molto frutto”

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Osservo Franco che lavora attorno ad una aiuola di pomodori piantati da poco.
– Sto legando una per una le pianticelle ad un palo sottile di legno in un momento particolare della loro crescita perché, sviluppandosi e inerpicandosi, trovino l’appoggio; diversamente rischierebbero di adagiarsi per terra, posizione che compromette non solo la maturazione del frutto, ma anche la vita della stessa pianta.
Donando l’appoggio le proietto verso l’alto dove la pianticella, esposta all’aria e al sole, facilita al massimo la salute e la maturazione del frutto.
-I pomodori sono alti poco più di dieci centimetri – commento – e vedo le loro tenere foglioline già irrorate dal verderame.
-Li devo riparare dagli assalti della peronospora. Fra poco dovrò dare un concime particolare che li ripara anche dal ragno rosso e dall’assalto di pidocchi.
-Che fatica vivere in questa terra piena di contrasti.
-Per fortuna che in questo travaglio la scienza dell’uomo ha trovato il riparo della giusta medicina. Certo è che, crescendo e maturando, imparano a reggersi in piedi con meno appoggi e difendersi anche senza veleni.
-Nel pieno vigore della loro vita, immersi nel sole, imbevuti di luce, ricevono salute per dare frutti abbondanti e saporiti.
-Mi sembra che anche Gesù lo dica – mi ricorda Franco con parole sue – “chi rimane legato a me e vive immerso nel mio sole non solo non morrà, ma farà molto frutto”.
Ciao da p. Andrea
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Andrea Panont

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