Mi è capitato di vedere in televisione un vecchio film in bianco e nero degli anni ’50. Una scena, in particolare, ha colpito la mia attenzione. Quella di un grande cortile, dove un gruppetto di ragazzini stava facendo una partitella di calcio. In un’altra parte del cortile c’erano dei bambini che giocavano a nascondino, rincorrendosi, ridendo e scherzando.
Si tratta di un’immagine che, nelle grandi città, si vede sempre più raramente. Negli ultimi anni sta scomparendo l’antica tradizione del cortile, dove i ragazzi si riunivano per stare insieme all’aria aperta e praticare giochi di gruppo, allegri e creativi.
La gioventù di oggi, purtroppo, ha un modo molto diverso di trascorrere il tempo libero. Tende ad isolarsi e a rinchiudersi tra le mura di casa, davanti allo schermo del computer. I bambini crescono sempre più soli. Trascorrono ore e ore in compagnia di amici virtuali, navigando su Internet o immergendosi negli scenari dei videogiochi.
Molti genitori non si preoccupano di questo. Anzi, pensano che sia meglio tenere il proprio bambino in casa, perché ci sono meno rischi. Ma non è così. Egoisticamente, ci si sente più tranquilli con un figlio davanti al computer. Ma così facendo, lo si priva di una tappa importante del suo cammino di crescita: la dimensione del gioco come incontro con gli altri.
C’è una bella differenza tra l’allegria di una partitella di calcio e i suoni martellanti di un videogioco. Dialogare in un social network non è come divertirsi all’aria aperta. Eppure, sempre più bambini si ritrovano intrappolati nel guscio delle “piazze virtuali”, che hanno preso il posto dei cortili di una volta. In questo modo, hanno meno occasioni di conoscere il mondo e di confrontarsi con esso.
I vecchi giochi di un tempo non erano soltanto momenti di svago. Erano una solida base per costruire il futuro delle nuove generazioni. Attraverso la dimensione ludica, si imparava a comprendere il valore dell’altro. Ci si abituava ad avere delle regole e a rispettare il prossimo.
Giocando, si scopriva l’importanza delle persone. Oggi, invece, questa scoperta avviene troppo tardi, perché i bambini giocano sempre di più in una condizione di solitudine. Un altro elemento fondamentale che sta scomparendo è quello del gioco creativo dei genitori insieme ai figli. Le mamme e i papà, purtroppo, sono sempre più assenti, perché spesso lavorano dalla mattina alla sera.
A volte, quando tornano a casa, sono stanchi e non hanno voglia di passare un po’ di tempo con i propri bambini. Spesso si tende a trascorrere le serate passivamente, seduti su un divano, di fronte alla televisione.
È necessario, invece, recuperare la dimensione ludica nelle famiglie. Basterebbe veramente poco per farlo. Prima di tutto bisognerebbe spegnere la televisione e cercare di dialogare. Questo potrebbe aiutare anche a sdrammatizzare i problemi e le tensioni quotidiane, che ognuno tende a portare tra le mura di casa, al termine di una giornata.
Si possono inventare giochi semplicissimi, di ogni genere. L’importante è cercare di farli tutti insieme. Ad esempio, si può mettere un lenzuolo tra due sedie e creare una specie di teatrino, dietro il quale manovrare pupazzi e burattini. Si possono inventare piccole storie, piene di allegria e fantasia.
Un altro momento simpatico potrebbe essere quello del “club di lettura”. Ognuno legge qualcosa: un libro, una storia, una favola… E poi cerca di raccontare le sue impressioni agli altri. Un gioco creativo potrebbe essere quello di inventare un finale alternativo per la storia che si è appena letta, cercando così di stimolare la fantasia dei ragazzi.
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Il risveglio della fantasia
I giochi di un tempo erano una solida base per costruire il futuro delle nuove generazioni. La gioventù di oggi tende ad isolarsi e a rinchiudersi tra le mura di casa, davanti allo schermo del computer