Madrid: consacrata una nuova “Chiesa dei poveri”

Nostra Signora delle Meraviglie è stata affidata alla Comunità di Sant’Egidio

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Una chiesa nel centro di Madrid, aperta a tutti: ai poveri, a chi è in ricerca e a chi ama la pace. Nostra Signora delle Meraviglie, da 400 anni nel cuore della capitale spagnola, nel vecchio quartiere di Maravillas a cui ha dato il nome, ora è stata affidata alla Comunità di Sant’Egidio.
Domenica scorsa l’inaugurazione nel corso di una celebrazione liturgica presieduta dall’arcivescovo di Madrid, monsignor Carlos Osoro, con la partecipazione del presidente di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, di rappresentanti del Comune e di altre autorità istituzionali spagnole.
Presenti centinaia di persone, tra giovani, adulti, anziani, senza dimora e stranieri “nuovi europei”, che fanno parte del popolo di Sant’Egidio a Madrid.
Nella sua omelia, monsignor Osoros ha parlato della Comunità come di “qualcosa che è molto difficile” in questi tempi: “Essere dalla parte dell’uomo per abbattere i muri e costruire ponti, rapporti stabili nel nostro mondo, a partire da chi ha più bisogno, quelli che vivono per strada, i poveri che ci insegnano l’essenziale e ci aiutano a rimuovere dalla nostra vita i pregiudizi che minacciano la nostra convivenza e le nostre relazioni”. E ha incoraggiato a “continuare a vivere il carisma di Sant’Egidio a Madrid e nel mondo”.
Tíscar Espigares, ha salutato tutti a nome della Comunità, spiegando che la chiesa della Madonna delle Meraviglie sarà “una casa per chiunque cerchi uno spazio per ascoltare la Parola di Dio, insieme a chi ha bisogno di accoglienza”.  Avrà, inoltre, nello spirito di Sant’Egidio, un’apertura universale, “sensibile alla sofferenza di uomini e donne di tutto il mondo” e alla sete di pace di tanti popoli vittime della guerra.
La Comunità di Sant’Egidio è l’anima a Madrid di una lunga presenza accanto ai poveri, dalle Scuole della Pace per i bambini in difficoltà nelle periferie ad un centro di accoglienza per i senza dimora, dal suo impegno per gli stranieri e i rifugiati a quello per la popolazione anziana della città.
 

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ZENIT Staff

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