Lettura
Il più grande peccato dell’uomo è la superbia, il credere di poter fare finanche il bene senza l’aiuto di Dio. Gesù, infatti, ha detto: “Senza di me non potete fare niente” e sant’Agostino, riflettendo su questa affermazione del Signore, scrive: «Badate bene, Gesù non dice che possiamo fare poche cose, ma niente». Perciò i santi sono coloro che con umiltà si affidano a Dio e da Lui sperano e ottengono la grazia e la forza per vincere tutte le tentazioni.
Meditazione
In mezzo alla folla che segue il Signore ci sono molti peccatori e pubblicani. La cosa dà nell’occhio. I farisei e gli scribi, specializzati nella legge divina, se ne scandalizzano. La loro meraviglia e la loro disapprovazione sono comprensibili. I pubblicani si guadagnavano da vivere con pratiche affaristiche piuttosto dubbie. Sono gli esattori delle tasse e dei dazi sulle merci. Oltre a riscuotere le tasse per i Romani, sono liberi di applicare nei loro distretti altri tributi per tornaconto proprio, creando così un sistema aperto alla corruzione e alle frodi. Di conseguenza, non si curano della legge di Dio: non hanno né tempo, né interesse per la religione e perciò godono scarsa considerazione negli ambienti religiosi. I peccatori, a loro volta, sono gente che sta tranquilla solo se non pensa a Dio e perciò scansa più che può ogni idea religiosa. I farisei e gli scribi si ritenevano invece giusti: tutto era a posto in loro e non avevano bisogno della grazia di Dio. Chi si fa santo da sé non ha bisogno che lo santifichi Dio, l’unico Santo. I pubblicani e i peccatori, invece, si considerano gente perduta, lontani da Dio, tutt’altro che pii e religiosi, immersi nel peccato. Erano perciò convinti di non potersi aiutare da sé e che l’unico loro aiuto era la grazia di Dio e la sua misericordia. Dio guarda al cuore dell’uomo che se ha coscienza della propria meschinità, dei propri limiti, della propria debolezza, del proprio peccato, in fondo cerca Dio, lo desidera ed è disposto a ricevere la sua grazia. Un uomo siffatto è malato, ma proprio per questo cerca il medico. È vuoto, ma proprio questo vuoto è un appello alla pienezza che solo Dio può dare. Egli è giunto al vicolo cieco della sua vita e proprio per questo è pronto per il ritorno, per la conversione.
Preghiera
«O Verbo Eterno, Parola del mio Dio, voglio farmi tutta docilità per imparare tutto da te. Poi, attraverso tutte le notti, tutti i vuoti, tutte le impotenze, voglio fissare sempre te e restare sotto la tua grande luce. O mio Astro amato, affascinami perché non possa uscire dallo splendore dei tuoi raggi» (Beata Elisabetta della Trinità).
Agire
Rivolgiamoci spesso al Signore e confessiamo le nostre debolezze e la nostra incapacità di fare il bene senza il suo aiuto e la sua grazia.
Il più grande peccato dell’uomo è la superbia, il credere di poter fare finanche il bene senza l’aiuto di Dio. Gesù, infatti, ha detto: “Senza di me non potete fare niente” e sant’Agostino, riflettendo su questa affermazione del Signore, scrive: «Badate bene, Gesù non dice che possiamo fare poche cose, ma niente». Perciò i santi sono coloro che con umiltà si affidano a Dio e da Lui sperano e ottengono la grazia e la forza per vincere tutte le tentazioni.
Meditazione
In mezzo alla folla che segue il Signore ci sono molti peccatori e pubblicani. La cosa dà nell’occhio. I farisei e gli scribi, specializzati nella legge divina, se ne scandalizzano. La loro meraviglia e la loro disapprovazione sono comprensibili. I pubblicani si guadagnavano da vivere con pratiche affaristiche piuttosto dubbie. Sono gli esattori delle tasse e dei dazi sulle merci. Oltre a riscuotere le tasse per i Romani, sono liberi di applicare nei loro distretti altri tributi per tornaconto proprio, creando così un sistema aperto alla corruzione e alle frodi. Di conseguenza, non si curano della legge di Dio: non hanno né tempo, né interesse per la religione e perciò godono scarsa considerazione negli ambienti religiosi. I peccatori, a loro volta, sono gente che sta tranquilla solo se non pensa a Dio e perciò scansa più che può ogni idea religiosa. I farisei e gli scribi si ritenevano invece giusti: tutto era a posto in loro e non avevano bisogno della grazia di Dio. Chi si fa santo da sé non ha bisogno che lo santifichi Dio, l’unico Santo. I pubblicani e i peccatori, invece, si considerano gente perduta, lontani da Dio, tutt’altro che pii e religiosi, immersi nel peccato. Erano perciò convinti di non potersi aiutare da sé e che l’unico loro aiuto era la grazia di Dio e la sua misericordia. Dio guarda al cuore dell’uomo che se ha coscienza della propria meschinità, dei propri limiti, della propria debolezza, del proprio peccato, in fondo cerca Dio, lo desidera ed è disposto a ricevere la sua grazia. Un uomo siffatto è malato, ma proprio per questo cerca il medico. È vuoto, ma proprio questo vuoto è un appello alla pienezza che solo Dio può dare. Egli è giunto al vicolo cieco della sua vita e proprio per questo è pronto per il ritorno, per la conversione.
Preghiera
«O Verbo Eterno, Parola del mio Dio, voglio farmi tutta docilità per imparare tutto da te. Poi, attraverso tutte le notti, tutti i vuoti, tutte le impotenze, voglio fissare sempre te e restare sotto la tua grande luce. O mio Astro amato, affascinami perché non possa uscire dallo splendore dei tuoi raggi» (Beata Elisabetta della Trinità).
Agire
Rivolgiamoci spesso al Signore e confessiamo le nostre debolezze e la nostra incapacità di fare il bene senza il suo aiuto e la sua grazia.
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Meditazione del giorno a cura di mons. Michele De Rosa, Vescovo di Cerreto Sannita – Telese – Sant’Agata de’ Goti, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it